«Cortocircuito fiscale» sui proventi dell’attività di prostituzione
La giurisprudenza si divide sulla natura di tali proventi, qualificandoli come redditi di lavoro autonomo o come risarcimento danni
Nonostante l’attività di meretricio venga spesso definita come “la professione più antica del mondo”, non è ancora chiaro se, ai fini fiscali, i proventi derivanti da tale attività possano essere considerati quali redditi di lavoro autonomo e, in quanto tali, soggetti a tassazione.
Sul punto, infatti, la giurisprudenza di merito è ancora divisa, affermando in alcuni casi la riconducibilità dei compensi derivanti dall’attività di prostituzione alla categoria dei redditi di lavoro autonomo, con l’applicazione della relativa disciplina, e in altri la semplice natura di risarcimento dei danni subiti per l’esercizio di tale attività.
Il problema della tassabilità o meno delle somme percepite per l’attività di prostituzione nasce dal carattere esaustivo dell’elencazione ...
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