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OPINIONI

Aste giudiziarie, servono linee guida dal Consiglio nazionale

Dopo l’entrata in vigore della L. 80/2005 e l’estensione della delega anche ai commercialisti, è necessaria un’attività di coordinamento non solo formale

/ Alessandro SOLIDORO

Martedì, 1 marzo 2011

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Pubblichiamo l’intervento di Alessandro Solidoro, Presidente dell’Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili di Milano.

Un recente servizio apparso sulla stampa relativamente all’asserita opacità e al malfunzionamento delle aste giudiziarie – che si sarebbe addirittura aggravato dopo l’entrata in vigore della L. n. 80/2005, che ha esteso la delega alle vendite giudiziarie, tra gli altri, anche ai commercialisti – induce a una doverosa meditazione e presa di posizione dei dottori commercialisti e degli esperti eontabili, ed è corretto che ciò parta da un organo di informazione e di dibattito di categoria quale è Eutekne.info.

Come categoria professionale, da un lato non possiamo accettare che sia messa in dubbio la correttezza del nostro apporto professionale nell’istituto delle aste giudiziarie, dall’altro dobbiamo fare tutto il nostro meglio per promuovere la più totale trasparenza a vantaggio della collettività sociale, a tutela così anche della nostra stessa professionalità.

Si tratta di una questione di etica professionale privata, ma soprattutto di etica pubblica.

È quindi indispensabile un’attività di coordinamento da parte del Consiglio Nazionale, che promuova in questa direzione sintetiche ma unitarie “linee guida”, una sorta di “testo unico” delle prassi virtuose. È necessario che dette “linee guida” non rivestano carattere meramente formale, ma siano costruite in modo che gli Ordini territoriali, opportunamente coinvolti nella loro redazione, si impegnino a farle rispettare attivando controlli adeguati e concreti nei confronti dei loro iscritti; esse dovranno anche consentire di promuovere uniformità su aspetti spesso lasciati alla discrezione del Giudice, come la liquidazione dei compensi.

Le linee guida dovranno consentire di promuovere uniformità

Quale migliore occasione, poi, per assumere un ruolo trainante con un’azione esemplare di sensibilizzazione verso le altre categorie professionali coinvolte, come notai e avvocati?

Questo pare davvero assolutamente importante per dare concretezza ad un principio che non può essere solo astratto, e cioè la difesa e la conferma del ruolo di sussidiarietà delle professioni nei confronti dello Stato, a tutela del cittadino e di tutta la società civile.

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