Sindacati, siate più propositivi e attenti alle istanze della base
Caro Direttore,
seguo con molto interesse le lettere scritte dai colleghi che in modi diversi, e con toni più o meno accesi, rimarcano costantemente i numerosi lati negativi della nostra professione.
La Tua rubrica ha il merito di far emergere le problematiche professionali vissute quotidianamente e portarle all’attenzione dei molti colleghi da noi eletti.
Il filo conduttore di tutte le lettere è il profondo malcontento, a volte espresso con diplomazia, a volte con indignazione.
Siamo tutti consci che non si possa cambiare in un giorno tutto ciò che non funziona, ma certamente tutti i colleghi che Ti scrivono non solo non vedono risposte concrete alle loro richieste, ma non riscontrano nemmeno l’impegno da parte di chi ci rappresenta, sia il Consiglio nazionale o il proprio sindacato di appartenenza, a lavorare in questo senso.
Non è questo il luogo per decidere se ciò dipenda da mancanza di informazione o di impegno.
È sicuramente facile criticare, è ancora più facile sbagliare la critica se non si conosce approfonditamente il lavoro che i sindacati stanno facendo, ma è altrettanto vero che, vedendo i risultati degli ultimi anni, forse c’è bisogno di un profondo cambio di strategia.
L’elenco delle cose che non funzionano è sotto gli occhi di tutti, le difficoltà della professione e dei giovani sono sempre maggiori, le risposte che riceviamo invece sono sempre ben motivate, ma sembrano più giustificazioni che risposte adeguate e pertinenti.
Una delle possibili soluzioni potrebbe essere un maggior coinvolgimento e impegno di tutti i colleghi nelle scelte quotidiane, non cedendo alla tentazione della polemica, ma supportando veramente chi ci rappresenta e dandogli così maggiore forza. Sperando che la nostra fiducia sia ben riposta, ma anche chiedendo un maggior potere di controllo.
Una volta passato il periodo delle elezioni, aumentano le distanze tra rappresentanti e rappresentati e tutto ricomincia come prima.
L’invito alle forze sindacali, piuttosto che ai singoli Ordini locali, è di non concentrarsi solo sull’applicazione delle regole, ma di essere più propositivi e di riuscire a portare nelle sedi previste le istanze dei colleghi, senza accontentarsi di una scusa ben motivata, ma cercando di ottenere democraticamente ciò che è giusto.
Se non si troverà una via per adeguare la nostra professione ai tempi che stiamo vivendo e se le istanze della base continueranno a essere ignorate, su questa rubrica continueremo a leggere solo lamentele e, ogni volta che incontreremo un collega, continueremo solo a lamentarci.
Mario Beccarello
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Venezia
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