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Domenica, 22 giugno 2025

LETTERE

Vigilare sul rispetto della deontologia per agire nell’interesse pubblico

Mercoledì, 20 luglio 2011

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Caro Direttore,
Eutekne.info ha opportunamente riportato in questi giorni le preoccupazioni di molti colleghi relativamente agli attacchi, rivolti da più parte, e forse non del tutto disinteressati, alla libera professione.

Da ultimo, il velenoso attacco del Presidente dell’Agiconsul (Confindustria) apparso su stampa di rilievo nazionale, ove si stigmatizza, fra le altre malevoli considerazioni, “il taglieggio delle corporazioni” a danno delle imprese, concludendo che “quanto avvenuto in Finanziaria dimostra che le Corporazioni finiscono sempre col prevalere sugli interessi generali”.
Al riguardo, lo scrivente contesta non tanto l’esigenza di un possibile ammodernamento del settore delle libere professioni (rectius Società di Servizi ) quanto l’affermazione che l’esercizio della professione debba essere considerato quale attività d’impresa che, concettualmente, significa togliere e disconoscere il principio di servizio pubblico riconosciuto ad alcune professioni.

In un mondo ove convivono anche ladri e furbetti di quartiere, lo scrivente ritiene, al contrario, di assoluta necessità mantenere professioni che siano in grado di salvaguardare la tutela della fede pubblica e degli interessi generali.
In merito, molto opportunamente, il Consiglio Nazionale a cui apparteniamo ha espresso all’art. 5 del Codice Deontologico le seguenti affermazioni: il professionista ha il dovere e la responsabilità di agire nell’interesse pubblico; soltanto nel rispetto dell’interesse pubblico egli potrà soddisfare le necessità del proprio cliente.

È del tutto evidente, tuttavia, la necessità imprescindibile ed inderogabile da parte degli Ordini territoriali di esercitare una ferrea vigilanza sul rispetto, da parte degli iscritti, delle regole deontologiche, che presiedono l’esercizio della professione, perché solo così operando potremo confrontarci con la politica che vuole eliminarci e con l’opinione pubblica che ha desiderio (oltreché il diritto) di fare affidamento su uomini e strutture indipendenti ed onesti.
Confido, quindi, che il Presidente Nazionale non manchi di perseverare ad esercitare la giusta pressione sugli Ordini territoriali verso la repressione delle violazioni di legge e degli illeciti deontologici “senza se e senza ma”, non esitando qualora l’ampiezza territoriale dell’Ordine locale sia di impedimento al proficuo esercizio dell’azione disciplinare di avviare l’iter necessario per scindere in due o più entità territoriali la competenza dell’Ordine medesimo.


Eugenio Vitello
Vicepresidente ODCEC di Brescia

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