Lo stato patrimoniale in dichiarazione è inutile: meglio incrociare le banche dati
Egregio Direttore,
leggo con interesse l’intervento del Collega D’Amora di Milano (si veda la lettera “Stato patrimoniale in dichiarazione, una misura semplice ed efficace” del 15 ottobre 2011).
Mi permetto tuttavia di segnalare che, in uno Stato tecnologicamente avanzato come il nostro, è inutile e dispendioso dover comunicare all’Agenzia delle Entrate delle informazioni che questa potrebbe ben recuperare interagendo telematicamente con i vari organismi preposti (catasto, PRA...).
A mio avviso, sarebbe sufficiente potenziare il meccanismo di scambio reciproco dei dati, in modo che l’Agenzia possa ottenere automaticamente un “profilo patrimoniale” di ogni contribuente. Così, se risulta che Benedetto Insalata (il sottoscritto) possiede 10 appartamenti comunicati dal catasto, 4 suv comunicati dal PRA, uno yacht da 40 metri e così via, l’Agenzia delle Entrate dovrebbe solo verificare la congruità di tale patrimonio con il reddito dichiarato.
Il tutto senza obbligare il contribuente a una dichiarazione dei redditi più complessa e onerosa.
Dopotutto, il vero lavoro è semplificare il lavoro.
Benedetto Insalata
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bari
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