Gli adempimenti inutili vanno a scapito del sistema, non solo dei professionisti
Caro Direttore,
un appello: svegliamoci! Sì. Svegliamoci è ciò che dico a quanti sono ancora convinti che la farraginosità del sistema Italia possa costituire un’opportunità. I colleghi avranno sicuramente preso coscienza degli scenari che incombono sul già precario futuro della nostra professione. Nell’attuale contesto socioeconomico, per superare la profonda crisi che stiamo attraversando, siamo chiamati a restituire, per il bene di noi stessi e delle future generazioni, quanto ricevuto nel corso degli ultimi sessant’anni in termini di assistenza e rendite di posizione.
Per fare questo, la nostra Italia più di tutti ha bisogno di crescere non più in un sistema drogato, logorato da un apparato burocratico asfissiante, opportunistico o in una società nella quale tutto è dovuto, nella quale le rendite di posizione non potranno mai, dico mai, essere toccate e dove, pur di mantenerle, bisognerà subire, anzi cogliere quasi come un’opportunità per sopravvivere, l’aumento degli adempimenti, delle procedure, l’invio delle comunicazioni sui beni ai soci, il ricalcolo a 5 giorni dalla scadenza dell’acconto IRPEF, dell’invio al Registro delle imprese e magari gestione per conto dei clienti della PEC (così magari ci pagano di più e magari campiamo di stenti per qualche anno ancora soprattutto al Sud dove costituiscono la principale fonte di sostentamento dei nostri studi).
Evviva l’involuzione, evviva le nuove pastoie, le sabbie mobili.
Le imprese, i cittadini, i contribuenti, ossia i nostri clienti, non hanno l’anello al naso. Stanno crescendo nell’era di internet. Nella quale fare di conto, leggere, interpretare, è atteggiamento quotidiano, evoluto, come leggere un c/c bancario e saper sottrarre dai ricavi i costi inerenti la loro impresa e magari farsi una dichiarazione dei redditi di poche pagine.
Il futuro della nostra professione, al Nord, ma forse ancora di più al Sud, non può passare per questi incidenti di percorso del tipo: se il legislatore ignora e sbaglia per noi è un’opportunità; se ti riempie di adempimenti inutili, questa è per noi un’opportunità perché possiamo lavorare di più e tirare avanti.
Ma a scapito di chi? Del sistema, delle nostre imprese, della nostra società, e quindi di noi professionisti al loro servizio, costretti a rincorrere le scadenze di ogni giorno, e perdere sempre più il piacere di studiare, di approfondire, di conoscere, di pensare e quindi proporre; e l’Italia non cresce, e l’Italia affonda e i mercati ci castigano.
Basta.
Liberiamo le nostre energie per investirle in nuove opportunità fatte non solo di Fisco, ma anche di finanza, gestione, diritto, ambiente, energia, internet. Quanti colleghi fanno rete su internet, lavorano con internet? Aiutiamo, con il nostro bagaglio di conoscenze, i piccoli imprenditori a crescere, a sviluppare progetti, a vendere ed esportare all’estero, al Nord, ma ancora di più al Sud dove bisogna diffondere ottimismo, cultura d’impresa, autostima. Perché il Sud non puo restare in letargo altrimenti muore e per sempre.
Svegliamoci, dunque, facciamo sistema non per contrapporci al Fisco, ma per accettare la sfida che una società evoluta ci imporrà fra qualche anno o forse fra qualche giorno. Il vecchio mondo ci sta crollando addosso, sta implodendo.
E noi? Ce ne siamo accorti?
E dal presidente Monti, liberista per eccellenza, cosa ci aspetteremo? Ricchi premi per i commercialisti?
Michele Domenichiello
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Matera
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