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LETTERE

Il Ddl. sulle professioni non ordinistiche dovrebbe destare preoccupazione

Martedì, 8 maggio 2012

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Egregio Direttore,
la difficile arte della coerenza presuppone che comportamenti e punti di vista si compongano tra di loro in modo tale da non risultare contraddittori. Questo non vuol dire che nel tempo non si possa cambiare idea o parere, solo gli stolti in fondo non lo fanno, ma se questo accade nel veloce volgere del sole al tramonto diciamo che desta davvero qualche preoccupazione. Soprattutto perché stiamo parlando di un autorevole punto di vista che attiene alle richieste di una qualche forma di riconoscimento pubblicistico da parte di associazioni di lavoratori autonomi di natura privatistica.
Ecco, allora, che i commercialisti italiani non hanno fatto in tempo a gioire per l’importante sentenza n. 11545/2012 della Corte di Cassazione a SS.UU. Penali, pronunciatasi in maniera tranciante in ordine all’esercizio abusivo della professione di dottore commercialista ed esperto contabile, che subito, scippandoci le lingue di Menelik con cui ci stavamo apprestando ai festeggiamenti, la Camera ha approvato lo scorso 17 aprile il Ddl. n. 1934. Con tale disegno di legge si sta, di fatto, riconoscendo la possibilità di creare associazioni anche ai “professionisti senza Albo”, esclusivamente per quelle attività non già regolamentate da Ordini e Collegi.
Tutto tranquillo? Non direi proprio.

A seguito della citata sentenza n. 11545/2012, in maniera assolutamente tempestiva e apprezzabile, il CNDCEC ha emanato la pregevole Informativa n. 29/2012, datata 12 aprile 2012, con la quale si invitavano gli Ordini locali a “svolgere l’attività di vigilanza al fine di promuovere azioni a tutela della nostra Categoria qualora dovessero emergere situazioni che potrebbero essere riconducibili alla fattispecie di reato prevista dall’art. 348 cod.pen.”, primo brivido di plauso. Secondo brivido di plauso, sempre nell’Informativa in parola, il CNDCEC afferma: “è evidente che la sentenza, oltre a riconoscere la grande importanza dell’Albo Unico, appare idonea a porre fine alle ingiustificate richieste di riconoscimento pubblicistico avanzate da quelle associazioni i cui aderenti svolgono attività caratteristiche di professioni riconosciute”. Terzo e ultimo brivido di plauso, l’Informativa continua asserendo che “la sentenza, infatti, concentrando l’attenzione sulla rilevanza giuridica delle attività caratteristiche esclusive – da sempre negata da tali associazioni e posta alla base delle loro richieste – fa apparire il riconoscimento di tali associazioni del tutto contrario alla tutela dell’interesse pubblico e dell’affidamento dei terzi”.

Ebbene, cosa si potrebbe dire di più? Condivisibile, ineccepibile e formidabile davvero.
Tempo una settimana e sulla stampa, a più riprese, si leggono le reazioni del nostro CNDCEC al passaggio in surplace alla Camera del disegno di legge recante la riforma dei senz’Albo.
Il CNDCEC sostiene che è necessario eliminare dal testo di legge la parola “professionale”, rappresentante un vero abuso terminologico, e che non sarà possibile, nella formulazione definitiva, non tener conto delle importantissime considerazioni e affermazioni della Cassazione, ovvero che le attività professionali non possono essere svolte se non esplicitando e specificando in maniera chiara e inequivocabile che il soggetto agisce non essendo munito della specifica abilitazione professionale. Basta così? Sì.

Quarto brivido, stavolta di freddo, poiché pare, pertanto, che il Ddl. non susciti nessuna preoccupazione, ma che anzi la legge potrà, al più, consentire di tracciare una profonda linea di demarcazione tra mondo delle professioni e attività di lavoro autonomo non regolamentate.
Ma come? Nessuna preoccupazione? E le ingiustificate richieste di riconoscimento pubblicistico? E l’interesse pubblico? L’affidamento dei terzi? Che fine hanno fatto? Persi per strada?

Insomma, sembra che gli Ordini professionali (compreso il nostro) e il CUP non siano contrari a questa legge, ma che saranno richieste durante l’iter del disegno di legge le modifiche sopra rappresentate.
Tanto scetticismo e l’impressione che in questo passaggio cruciale si sia scaricata la coerenza per strada a fare l’autostop. Teniamo conto, ad abundantiam, che la vigilanza di queste associazioni svolgenti attività non regolamentate sarà affidata al Ministero dello Sviluppo economico. Questo, di grazia, non è un riconoscimento di valenza pubblicistica?

Magari la sentenza avrà suscitato in me una sorta di “riflesso pavloviano”, ma non posso fare a meno di pensare che probabilmente anche stavolta rischiamo di vanificare il prezioso regalo che la Cassazione, nonostante Natale sia già passato, ha voluto fare ai dottori commercialisti ed esperti contabili.
Orgoglioso di essere Unionista, il riconoscimento delle associazioni per me era e rimane “truccatissimo”.


Marco Cramarossa
Presidente UGDCEC di Bari e Trani


***


Caro Collega,
concordo con te sul fatto che la questione meriti di essere seguita con la massima attenzione, per le numerose implicazioni che da essa possono discendere nel medio e lungo periodo, al di là della sua apparente scarsa significatività pratica nell’immediato.

Puntuali e condivisibili sono state anche le considerazioni sviluppate sul punto dagli Ordini di Milano, Roma e Torino, laddove hanno evidenziato l’assoluta incongruenza tra questa iniziativa volta a dare un rilievo pubblicistico ad associazioni private, in parallelo ai reiterati tentativi di ridimensionamento della valenza pubblicistica degli Ordini professionali esistenti (si veda “Milano, Roma e Torino contro il Ddl. sulle professioni non ordinistiche” del 24 aprile 2012).

Nelle istituzioni la coerenza non sempre ha brillato, ma oggi pare essere stata davvero sostituita in toto dall’improvvisazione.
Il convegno di due giorni che si terrà a Catania l’11 e 12 maggio, opportunamente organizzato dal CNDCEC sul tema delle professioni, sarà senza dubbio la sede ideale per affrontare nei dovuti modi e con la dovuta attenzione un aspetto che riguarda tutte le professioni, ma la nostra assai più di altre.


Enrico Zanetti
Direttore Eutekne.Info

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