La protesta sullo spesometro dovrebbe partire dai vertici della nostra categoria
Spettabile Redazione,
leggo la lettera del collega Bortolin di Treviso, in cui propone una sorta di protesta sullo spesometro attraverso l’invio dei modelli con un giorno di ritardo (si veda “Dovremmo inviare tutti lo spesometro il giorno dopo la scadenza”).
Premetto che sono d’accordo sul merito della protesta, ovviamente, essendo io stesso abilitato ad inviare spesometri sostanzialmente da stamattina (a 6 giorni dalla scadenza ho ricevuto il tanto atteso aggiornamento del software),
ma sicuramente non sul metodo: insomma, eventuali sanzioni ricadrebbero sui clienti e nonostante la sbandierata tolleranza dell’Agenzia delle Entrate la scadenza è chiara, così come le conseguenze in caso di inadempimento. Su certe cose non è bene scherzare.
Detto questo, la protesta dovrebbe partire dai vertici e dai rappresentanti della nostra categoria, dal Consiglio nazionale, ai presidenti degli Ordini locali ed alle associazioni dei commercialisti e dai colleghi in Parlamento.
Mi chiedo, ad esempio, come sia possibile che l’avvocatura sia riuscita ad affossare la conciliazione obbligatoria, prima facendola togliere ed ora reinserendola con una serie di paletti che la rendono praticamente a “misura di avvocato”, mentre noi non riusciamo nemmeno ad ottenere una proroga per lo spesometro.
D’altra parte, non mi risulta nemmeno che vi siano state liberalizzazioni in settori dell’attività della professione forense, mentre le attività esclusive di noi commercialisti ormai si contano sulla dita di una mano (alla fine, è la stessa faccia
della stessa medaglia, magari vista da un’altra angolazione).
Sono sempre stato piuttosto critico sul funzionamento delle istituzioni, degli Ordini locali e degli organi rappresentativi di categoria e, ad eccezione della possibilità di potersi iscrivere alla Cassa di previdenza, piuttosto che alla Gestione separata INPS (non di poco conto, ma non può bastare sicuramente), faccio sempre più fatica a trovare una vera e propria utilità relativa al pagamento della quota annuale di iscrizione all’Albo.
Credo sarebbe bello trovare qualche motivo in più per farlo, magari soltanto perché, a seguito delle pressioni del nostro Consiglio Nazionale, l’Agenzia delle Entrate decide di prorogare/annullare lo spesometro per il 2013.
Cristian Lorenzi
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo
***
Gentile lettore,
com’era facile immaginare, la lettera del dottor Bortolin ha suscitato grande interesse e numerose repliche.
Scegliamo di pubblicare il suo intervento perché è critico rispetto alla proposta e quindi coerente con la nostra idea di un giornale aperto al dibattito.
Mi permetto solo due rapide osservazioni.
La prima è che, se ci sarà “clemenza” per le sanzioni, questa clemenza dovrebbe riguardare tanto gli errori quanto i ritardi. Qui, però, in attesa, almeno, di un comunicato stampa che faccia chiarezza sul punto, le sue preoccupazioni sono legittime.
La seconda è che, proprio con specifico riferimento allo spesometro, le istituzioni di categoria si sono mosse compatte nel chiedere la proroga, ma, al momento, questo sforzo non è servito a nulla (si veda “Per i commercialisti, la scadenza dello spesometro dev’essere rinviata” del 31 ottobre).
L’impressione è che l’Agenzia ne faccia quasi una questione di principio, come se da quell’enorme mole di dati dipendessero le sorti tributarie del nostro Paese.
Sarebbe poi curioso andare a vedere se le cose stanno proprio così.
Michela Damasco
Direttore di Eutekne.info
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41