Vestiario di imprenditori e professionisti con incognita deducibilità
La natura personale della spesa non deve far escludere a priori l’inerenza del costo
Nei giorni scorsi il quotidiano Libero ha dato conto dell’incremento, deliberato dalla Banca d’Italia, dell’indennità forfettaria di rappresentanza a favore di alcuni suoi dipendenti.
Stando all’articolo, la spesa di rappresentanza in questione è quella relativa al decoro personale richiesto agli alti dirigenti rappresentanti la banca; in altri termini si tratterebbe di un’indennità per vestirsi bene.
Questa ricostruzione trova conferma anche nella recente bibliografia in tema di casta, ove si legge che questa indennità è il cosiddetto “buono sarto”. Secondo i contratti di lavoro della Banca d’Italia, quindi, l’abito farebbe il monaco.
La questione offre lo spunto per ragionare su un tema abbastanza ricorrente nel confronto tra commercialista ...
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41