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La sentenza Parmalat «salva» la bancarotta

La decisione reputa due questioni di legittimità costituzionale di reati fallimentari, una manifestamente infondata e l’altra inammissibile

/ Maurizio MEOLI

Giovedì, 16 aprile 2015

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La sentenza della Cassazione relativa alla vicenda Parmalat-Ciappazzi, depositata ieri con il n. 15613, tra le sue 171 pagine, a firma di un doppio relatore, affronta numerosi profili penali fallimentari sui quali è opportuno soffermare l’attenzione a prescindere dalla vicenda in sé.

Innanzitutto, è reputata manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale – per presunta indeterminatezza (con violazione dell’art. 25 Cost.) – della fattispecie di causazione dolosa del fallimento di cui all’art. 223 comma 2 n. 2 del RD 267/42, ai sensi del quale sono puniti con la reclusione da tre a dieci anni, tra gli altri, gli amministratori che hanno cagionato con dolo o per effetto di operazioni dolose il fallimento della società.

A giudizio della Suprema Corte, la fattispecie ...

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