Catastalizzazione dell’imponibile sempre più aggressiva
Caro Direttore,
un nuovo nemico si affaccia sempre più aggressivo nei confronti dei professionisti fiscali: la catastalizzazione della misura dell’imponibile.
Parametri, studi di settore, indici di coerenza e congruità determinano in modo sempre più automatico la misura dei redditi e delle imposte e a nulla rileva che “fuori” ci sia la crisi o l’economia proceda con il vento in poppa, che i bilanci siano fatti a regola d’arte o con approssimazione!
I meccanismi automatici determinano redditività, successo o sconfitta e l’Agenzia delle Entrate non si cura dell’efficacia dei propri provvedimenti, tanto che promette quasi duecentomila lettere di contestazione per chi ha osato disapplicare i suggerimenti; emana il 19 giugno, a poco più di due settimane dalla scadenza del termine per i pagamenti fiscali, tacendo del semestre che ha avuto alle spalle per costruire il modello, il software di controllo per studi e parametri, non considera che la grande maggioranza delle dichiarazioni da studi presentano presunte anomalie, tanto che fanno dubitare della rispondenza al reale del panorama ipotizzato.
Basteranno poi piccoli scostamenti per provocare a valanga rettifiche, sanzioni e interessi!
Eppure il Parlamento e i tecnici si sono bene accorti come il meccanismo catastale fatichi ad adattarsi alla mutevole realtà economica e sono in corso le grandi manovre per abbandonare gli automatismi per i valori degli immobili.
Ma secondo il principio che delle due mani una non deve sapere che cosa fa l’altra, il metodo catastale uscito di casa rientra in azienda con studi e parametri.
Speriamo che i colleghi non accettino questa ennesima, subdola imposizione che generalmente non supera il vaglio dei giudici!
Alberto Arrigoni
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano
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