Tra Agenzia delle Entrate e contribuenti disponibilità a senso unico
Gentile Redazione,
in questi giorni già caldi per via dell’anticiclone africano, ma anche per le ben note scadenze, i contribuenti italiani e, di conseguenza, i loro commercialisti, stanno ricevendo ondate di richieste di documenti e “prospetti di riconciliazione”, inviti al contraddittorio per studi di settore, richieste di documenti ex art. 36-ter, che in confronto l’ondata di caldo africano è una fresca brezza mattutina.
Già si sono levate richieste di una maggiore collaborazione con l’Agenzia delle Entrate per agevolare la produzione di siffatta mole di documenti, ma con quale esito, al momento, non è dato sapere.
Mi soffermo, piuttosto, sull’ultima richiesta ricevuta da un mio cliente dalla Direzione Centrale Accertamento, evidentemente frutto del lavoro di una folta schiera di esperti di marketing.
“Gentile contribuente, la legge di stabilità per il 2015 ha avviato un percorso di cambiamento dei rapporti tra il Fisco e i contribuenti, con l’obiettivo di aumentare il grado di fiducia da parte dei cittadini nell’operato dell’Amministrazione finanziaria. In particolare è previsto che l’Agenzia delle Entrate metta a disposizione del contribuente le informazioni che sono in suo possesso, dando la possibilità di correggere spontaneamente eventuali errori od omissioni, anche dopo la presentazione della dichiarazione”.
Questo l’incipit a cui segue – sintetizzo – il motivo della lettera: il volume d’affari IVA dichiarato per l’anno 2011 non collima con quanto comunicato nello spesometro dai clienti del contribuente. Malgrado le notevoli innovazioni tecnologiche questo può succedere perché le procedure “devono ancora essere rodate”. Se il cliente riconosce valido questo avviso può ricorrere al ravvedimento operoso, ed evitare così il controllo, altrimenti può comunicare la giustificazione degli scostamenti al numero verde.
“Con questa lettera instauriamo un rinnovato dialogo per favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari e una migliore relazione con il contribuente. Cordialmente”.
Sospendo l’attività di compilazione e controllo dei 770 e degli studi di settore (sissignori, non so voi, ma io gli studi di settore non li ho conclusi entro il 6 luglio) e recupero i progressivi della dichiarazione IVA per il 2011 e i progressivi del fatturato ai clienti: sta di fatto che la differenza si giustifica con le somme – inferiori a 3.000 euro – che i clienti del contribuente non hanno messo nel loro spesometro.
Tiro un sospiro di sollievo e contatto, anzi tento di contattare, il numero verde, per due giorni consecutivi ma invano: “richiami più tardi”. A pelle mi verrebbe da dire: se nello spesometro nel 2011 non si mettevano le operazioni inferiori a 3.000 euro è prevedibile che l’incrocio dei dati porti sempre a queste discrasie.
Allora, cara Agenzia delle Entrate, sai bene che gli adempimenti italiani sono particolarmente numerosi rispetto a uno qualunque degli altri Paesi civili, nel periodo in cui si concentrano di più mi chiedi di consegnarTi documenti, di farTi i prospetti di raccordo che dovresti fare Tu come attività di verifica, di dimostrarTi di NON aver conseguito ricavi frutto di un software che considera finita la crisi, mi fai fare ore di fila agli sportelli, se chiedo l’appuntamento on line me lo dai tra 25 giorni, il numero verde che mi fai chiamare non risponde (e la PEC? e CIVIS?).
No, cara Agenzia, ai Tuoi consulenti di marketing non credo, fintanto che non comincerai a fare qualcosa anche Tu per noi commercialisti e per i contribuenti italiani: tanto per cominciare i Tuoi dipendenti vadano nelle aziende, previo appuntamento, a recuperare i faldoni di carte, e li restituiscano dopo la verifica, dammi un appuntamento entro 15 giorni (tanto quanto tempo Tu dai a me per assolvere le Tue richieste), non chiedermi MAI la dimostrazione di non aver fatto qualcosa (si chiama prova diabolica), prima di chiedere qualcosa pensa al rapporto benefici/costi (ogni adempimento è un costo, per il contribuente, per il commercialista, per il sistema Italia).
Con questo anch’io ho “rinnovato il dialogo”, sperando che non sia tra sordi.
Fabio Carbone
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Udine
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