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LETTERE

Per contare a livello politico non vanno esclusi i giovani professionisti

Venerdì, 23 ottobre 2015

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Gentile Redazione,
anche noi di Unione Giovani Vicenza volevamo andare “a briglia sciolta” prendendo spunto dalla lettera del collega Bruno Garcea di Milano (si veda “Per contare qualcosa a livello politico noi professionisti dobbiamo allearci”).

A marzo abbiamo organizzato una nostra “Serata del martedì di Unione Giovani” – incontri che organizziamo mensilmente presso il nostro Ordine – incentrata sull’ingresso dei giovani professionisti negli studi associati. Lo abbiamo fatto dopo aver raccolto i pareri di colleghi in varie parti d’Italia. Il messaggio finale della serata era il seguente: i giovani si impegnino in studio e si propongano allo studio in un’ottica proattiva. I senior ascoltino le richieste di associazione dei “loro” giovani evitando “les non-dits”. Ambo le parti dicano semplicemente ciò che pensano, positivamente o negativamente, nell’ottica un beneficio comune e per riuscire a trasformare tutti gli studi “condivisi” in veri studi “associati”, trasformazione che farebbe bene a tutto il nostro sistema.

Pensiamo che questo sia il pensiero di parte della professione, la professione “giovane”, che sta studiando per specializzarsi, soffrendo particolarmente la crisi economica, ma vuole alzare la testa, fiera del proprio percorso di studi e di pratica, consapevole che oggi, a differenza di un tempo, la categoria è molto più numerosa, la concorrenza, anche di soggetti estranei alla nostra professione, sempre più agguerita, gli adempimenti sempre più soffocanti, i margini di guadagno sempre più ristretti.

Prima di tutto, la concorrenza. Non ce ne vogliano i senior (forse lo saremo tutti, se il sistema Italia ce lo permetterà), ma ci spiegate come possono dei professionisti giovani fronteggiare la concorrenza di chi può vantare clientela già acquisita, un’ampia esperienza professionale maturata e una solida struttura di studio formata da anni, se non possiamo godere di un minimo di agevolazioni fiscali? Il regime di vantaggio dei contribuenti minimi, finché rimarrà in vita, e il fresco regime forfetario richiedono poi una serie di requisti, per l’accesso e la permanenza, che li rendono molto meno appetibili e utilizzabili di quanto possa apparire.
Di sicuro, visto il limite al fatturato che essi impongono, non si possono considerare strumenti che alterino il libero mercato, ma devono essere visti come un aiuto ai giovani professionisti nella difficile fase di avvio alla professione.
Dobbiamo anche considerare che 40 anni fa le condizioni per avviare uno studio erano sicuramente diverse e più favorevoli rispetto agli ultimi anni.

Se pensiamo alla generazione dei nostri nonni e dei nostri genitori, che sono già andati o potranno andare tranquillamente in pensione, che hanno potuto fare progetti di lungo termine, accendere mutui, sposarsi e costruire una famiglia, ci rendiamo conto che ormai lavoriamo ogni giorno con impegno e passione senza certezze, solo speranze.

Concludiamo, dicendo al nostro collega di convincere se stesso che solo se sapremo rappresentare un grande numero – compresi i giovani – potremo contare a livello politico, ma soprattutto potremo fare un “patto generazionale”, indispensabile per il futuro.

Noi giovani commercialisti di Vicenza, membri di questo direttivo, abbiamo accettato questa carica proprio per far sentire la nostra voce e assistere i nostri colleghi, specie i più giovani. Ma non abbiamo mai pensato di “escludere” dalle nostre iniziative i colleghi senior. Non farlo tu, caro collega. Non abbiamo bisogno di questo nel delicato momento in cui, nostro malgrado, ci troviamo tutti.
Restiamo uniti! Non dividiamo!


Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Vicenza

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