Sul falso valutativo nessun «colpo di spugna»
Le Sezioni Unite confermano la rilevanza penale anche di tale condotta
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, aderendo all’impostazione prospettata dalla sentenza della Cassazione n. 890/2016, e confermata dalla pronuncia n. 12793/2016, hanno stabilito che sussiste il delitto di false comunicazioni sociali, con riguardo alla esposizione od omissione di fatti oggetto di “valutazione”, se, in presenza di criteri di valutazione normativamente fissati o di criteri tecnici generalmente accettati, ci si discosti consapevolmente da essi, senza darne adeguata informazione giustificativa ed in modo concretamente idoneo ad indurre in errore i destinatari delle comunicazioni. In senso contrario, invece, si erano espresse le sentenze della Cassazione nn. 33774/2015 e 6916/2016. A renderlo noto è l’Informazione provvisoria n. 7 della Suprema Corte.
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