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Sul falso valutativo nessun «colpo di spugna»

Le Sezioni Unite confermano la rilevanza penale anche di tale condotta

/ Maurizio MEOLI

Venerdì, 1 aprile 2016

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Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, aderendo all’impostazione prospettata dalla sentenza della Cassazione n. 890/2016, e confermata dalla pronuncia n. 12793/2016, hanno stabilito che sussiste il delitto di false comunicazioni sociali, con riguardo alla esposizione od omissione di fatti oggetto di “valutazione”, se, in presenza di criteri di valutazione normativamente fissati o di criteri tecnici generalmente accettati, ci si discosti consapevolmente da essi, senza darne adeguata informazione giustificativa ed in modo concretamente idoneo ad indurre in errore i destinatari delle comunicazioni. In senso contrario, invece, si erano espresse le sentenze della Cassazione nn. 33774/2015 e 6916/2016. A renderlo noto è l’Informazione provvisoria n. 7 della Suprema Corte.

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