La «famigerata» semplificazione sembra un aiuto all’industria cartaria
Caro Direttore,
probabilmente in momenti di economia stagnante servono incentivi ai consumi e quindi l’Agenzia delle Entrate ha pensato di aggiungere un suo contributo all’industria cartaria!
Non mi ero reso conto, assorbito da altre scadenze, di quanto sia cresciuto il consumo di carta nei nostri studi, consumo indotto dalla “famigerata” semplificazione che si è limitata, alla fine, a trasferire ai professionisti tutti gli oneri di rendere analogici i processi digitali generati dalla P.A.
Quindi dobbiamo stampare copie e copie di modelli, dichiarazioni e prospetti, per raccogliere le firme del cliente, per conservare per almeno dieci anni i documenti e gli elaborati, per rendere leggibili i bilanci che, nascendo in XBRL, necessitano di traduzione (!).
Ora siamo in attesa del processo tributario digitale, che temo porrà sulle spalle dei difensori altri obblighi cartacei.
Ricordiamo che una norma sulla conservazione digitale dei documenti obbliga il depositario a stamparli a richiesta della P.A., con necessità, quindi, di stampanti e programmi magari non più in uso, ma a disposizione e comunque con necessità di fogli cartacei!
Anche la trasmissione di fogli scannerizzati presuppone un supporto fisico! E l’industria cartaria ringrazia.
Alberto Arrigoni
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano
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