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Dimezzati gli emendamenti al decreto fiscale

/ REDAZIONE

Lunedì, 7 novembre 2016

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Vengono quasi dimezzati al vaglio dell’ammissibilità i 1.018 emendamenti al Ddl. di conversione del DL 193/2016 (decreto fiscale collegato alla manovra). Tra i 420 emendamenti che saltano subito figurano molti microinterventi locali.

Nella valutazione dei Presidenti delle Commissioni Bilancio, Francesco Boccia (Pd), e Finanze, Maurizio Bernardo (Ap), ha pesato il collegamento del decreto alla legge di bilancio, che comporta la non ammissibilità degli emendamenti “che non siano strettamente attinenti alle materie oggetto” del decreto e di quelli che non presentano adeguata compensazione dal punto di vista delle coperture (e sono quasi 300 sui 420 totali cassati).

Tra gli inammissibili per estraneità di materia ci sono diversi emendamenti (tra cui uno a prima firma di Marco Causi, Pd) che tentavano di dare risposta definitiva al problema dei dirigenti dell’Agenzia delle Entrate, le cui posizioni provvisorie scadono a fine anno, altri che intervenivano escludendo alcune categorie dal meccanismo del reverse charge IVA o che chiedevano l’obbligo per i taxi di emettere ricevuta fiscale.

Via anche altre proposte che intervenivano sulle norme su auto e modo d’epoca o che chiedevano la deducibilità delle spese per i congressi per le imprese farmaceutiche. È stato stoppato poi chi chiedeva di introdurre un limite a IMU e TASI sulle seconde case affittate a canone concordato o un diverso regime IVA per i trasporti marittimi e fluviali o il regime fiscale dei birrifici.

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