Dopo la protesta, portiamo avanti una strategia lungimirante per la categoria
Gentile Redazione,
Lorenzo Marrone, nel romanzo La tentazione di essere felici, fa dire al protagonista Cesare Annunziata che “una delle cose belle della terza età è che puoi fare ciò che vuoi, tanto non ci sarà una quarta nella quale pentirsi.”
Invece, nella situazione in cui, nostro malgrado, si trova oggi la categoria, non c’è ancora molto tempo. Mi spiego meglio.
Condivido i motivi della protesta del 14 dicembre, in quanto il moltiplicarsi degli adempimenti fiscali comporterà per noi maggior lavoro non qualificante e – per la maggior parte – non retribuito.
Condivido però anche l’opinione del collega Pietrobon (si veda “Protestiamo contro adempimenti da cui dovremmo ricavare profitto?”), quando invita a una contestazione su noi stessi e le nostre divisioni, che ci hanno impedito di occuparci dei continui tentativi di invasione di campo da parte di altre professioni.
Il punto, a mio avviso, è che forse c’era bisogno di questo sciopero per far passare il messaggio di “rottura”, in tutti i sensi, in stile trumpiano. Ma almeno voglio sperare che lo sciopero rappresenti per noi l’inizio di una strategia di lungo termine che finalmente ci dia peso e credibilità e che, soprattutto, sia una strategia che coinvolga in maniera proattiva i vari interlocutori, avvalendoci sempre più della Fondazione, delle Commissioni di studio nazionali, della rivista Press.
Una strategia che, nell’ottica di una categoria “Utile al Paese”, sappia di volta in volta suggerire correttivi per la rottamazione dei ruoli al Governo, stimolare l’Agenzia delle Entrate a rivedere le modalità con cui contesta l’omessa indicazione di alcuni redditi come quelli legati agli infortuni o fare proposte costruttive all’OIV per considerare nei PIV alcune peculiarità tipiche delle PMI.
Perché, diversamente, i giovani che vorranno associarsi negli studi in cui sono o saranno inseriti (in un’ottica di perseguimento di specializzazione e di aumento dimensionale degli studi) non potranno “lavorare” sull’accrescimento del loro valore di investimento, ma dovranno accontentarsi di un valore di mercato che tenderà a scendere.
E allora concludo dicendo che la nostra professione rischia di diventare veramente “vecchia”, perdendo quella bellezza per la quale l’avevamo scelta.
Dopo la protesta, portiamo avanti una strategia chiara e lungimirante per la categoria. Ma facciamo strategia per favore.
Andrea Cecchetto
Presidente UGDCEC Vicenza
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