La dichiarazione «errata» può evitare il penale
Occorre considerare l’imponibile effettivo nel calcolo del superamento delle soglie di punibilità
La dichiarazione dei redditi errata, perché recante l’indicazione di ricavi maggiori di quelli comunque emergenti dalla contabilità sociale, e che porterebbero gli importi evasi a valori inferiori alle soglie di punibilità, non ha valore confessorio e non può essere assunta a base di una condanna per dichiarazione infedele di cui all’art. 4 del DLgs. 74/2000. A precisarlo è la Cassazione, nella sentenza n. 6869, depositata ieri.
L’art. 4 comma 1 del DLgs. 74/2000, nella versione “rivista” dal DLgs. 158/2015, stabilisce che “fuori dei casi previsti dagli articoli 2 e 3, è punito con la reclusione da uno a tre anni chiunque, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, indica in una delle dichiarazioni annuali relative a dette imposte elementi ...
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