ACCEDI
Lunedì, 30 giugno 2025 - Aggiornato alle 6.00

LETTERE

Va stralciata l’esclusione dei soci di srl non trasparenti dal nuovo forfetario

Sabato, 8 dicembre 2018

x
STAMPA

Egregio Direttore,
vorrei evidenziare un’importante modifica relativa ai requisiti di accesso e permanenza nel c.d. “regime forfetario”, introdotta nel disegno di legge di bilancio per il 2019.

Nella vigente formulazione del regime, contenuta nella L. n. 190/2014, si prevede l’impossibilità di accedere al medesimo regime per l’imprenditore o il professionista che, contemporaneamente all’esercizio della propria attività, detenga una partecipazione in società di persone, associazioni professionali o srl in trasparenza fiscale.
Il fondamento logico alla base di questa scelta legislativa è del tutto intuitivo: si vuole impedire l’applicazione di due diversi regimi di tassazione a redditi che appartengono alla stessa categoria.

La nuova disciplina del regime forfetario, che dovrebbe entrare in vigore dal 2019, introduce invece un’importante novità per quanto riguarda i requisiti di accesso (e permanenza) nel medesimo, prevedendo che anche le detenzione di una quota di srl non in regime di trasparenza causerà l’impossibilità di utilizzare il regime di vantaggio.
Questo significa che anche chi è socio di una srl non trasparente, non percependo alcun reddito, neppure figurativo, dal mero possesso della quota, non potrà applicare la tanto decantata flat tax sul reddito imponibile derivante dalla propria attività.

Pur sforzandomi, non sono riuscito a capire la ratio per cui il legislatore intenda penalizzare, ad esempio, l’imprenditore che abbia acquisito una quota, anche minima, di una start up per finanziare un’idea innovativa oppure il professionista che è giunto in possesso di una partecipazione societaria per via successoria mortis causa.
Alcuni autori, sulla stampa specializzata, hanno ipotizzato che il legislatore voglia spostare la sua attenzione sul possesso della partecipazione e non sul reddito ottenuto dalla stessa. Tuttavia, mi chiedo: a che pro? La risposta penso la si possa esclusivamente trovare nelle previsioni di maggior gettito derivante dall’esclusione dalla platea dei possibili forfetari di coloro i quali sono anche soci di capitale di una srl.

Come ormai sta diventando triste abitudine, il commercialista sarà quindi colui che dovrà districarsi nella fitta giungla normativa a colpi di machete, sperando, nella foga di trovare una via d’uscita, di non colpire anche il proprio cliente! Infatti, se la soluzione, come da molti suggerito, consiste nello spogliarsi della partecipazione entro il 31 dicembre 2018, come possiamo a meno di un mese dalla fine dell’anno e sulla base di un disegno di legge non ancora divenuto definitivo, contattare il cliente, fornire la dovuta consulenza, valutare pro e contro e stipulare il relativo atto di compravendita? E poi, a chi vendo? Forse qualche donatario, ma gli acquirenti non si trovano certo sotto l’albero di Natale!

Non mi resta che scrivere una letterina a Santa Claus chiedendo che, al momento dell’approvazione della legge di bilancio per il 2019, venga stralciata tale decisione, a mio parere imperscrutabile, non modificando quindi il dettato normativo della L. n. 190/2014 relativamente al possesso di quote di srl non trasparenti.


Michele Tomasi
Commissione Formazione UGDCEC di Vicenza

TORNA SU