I sindacati sostengono il CNDCEC sulla modifica dei parametri per i compensi
Consenso unanime da parte delle associazioni sindacali di categoria sull’iniziativa portata avanti dal Consiglio nazionale finalizzata alla revisione dei parametri utilizzati per la liquidazione dei compensi professionali, di cui al decreto ministeriale 140/2012.
Al “plauso” di ADC e ANC, che in un comunicato stampa dei giorni scorsi hanno rimarcato la necessità di rivedere i parametri “sia per una giusta ridefinizione degli importi, sia perché negli anni si sono aggiunte nuove funzioni e competenze”, ieri sono arrivate anche le manifestazioni di apprezzamento di UNAGRACO e SIC.
Il sindacato guidato da Giuseppe Diretto ha parlato di una “proposta molto attesa”, poiché regolamenta anche le più recenti aree di attività del commercialista e pertanto, seppur con ritardo, il documento è anche un compendio dello stato attuale delle nostre attività. Finalmente vengono previste forbici che determinano un range minimo e massimo entro il quale muoversi per la determinazione dei nostri compensi”.
Tra le attività remunerabili, però, secondo UNAGRACO, dovrà essere inserita anche “quella svolta a favore dell’Agenzia delle Entrate in termini di invii telematici”.
In più, sarà necessario “vigilare sulla correttezza e sulla uniformità di applicazione dei parametri su tutto il territorio nazionale”, agendo nei limiti consentiti dalla legge nei confronti di chi indiscriminatamente e immotivatamente applicherà tariffe inferiori a quelle minime previste”.
Secondo il SIC (Sindacato italiano commercialisti), il DM 140/2012 “ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza” a causa della “sinteticità dello schema”, della “forte evoluzione della professione”, di “incongruenze” e “rigidità del testo normativo”.
Ben venga, dunque, la proposta di modifica avanzata dal Consiglio nazionale, da cui, conclude l’associazione presieduta da Stefano Sfrappa, bisognerà prendere spunto per “richiedere maggiore valorizzazione della nostra professione e alcune esclusive minimali finalizzate a evitare che chiunque possa fare tutto, con evidente disprezzo del principio di pubblico affidamento e di tutela dei cittadini”.
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41