Non imponibili i buoni pasto ai dipendenti in smart working
Si applicano i limiti di esenzione previsti dall’art. 51 del TUIR per le prestazioni sostitutive del servizio di mensa
Dal punto di vista professionale, il ricorso massiccio allo smart working a seguito del lockdown pone, tra l’altro, il problema del trattamento fiscale dei buoni pasto ai dipendenti, solitamente attribuiti in ragione del fatto che il lavoratore è obbligato a consumare il pasto fuori casa.
Quanto alla loro spettanza dal punto di vista contrattuale, occorre fare riferimento agli accordi collettivi e a quelli individuali e non è possibile formulare una regola generale circa l’obbligo da parte dei datori di lavoro di riconoscerli durante il periodo di smart working. In linea di principio, in assenza di diversa previsione contrattuale, il lavoratore dovrebbe continuare a ricevere tale benefit.
Per buono pasto, ai sensi dell’art. 2 comma 1 lett. c) del DM 7 giugno 2017, si intende
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