Auspico nuove elezioni nei tempi più rapidi possibili
Caro Direttore,
oggi (ieri, per chi legge) abbiamo finalmente potuto leggere la sentenza del TAR Lazio sul ricorso presentato dalla Collega Maria Angela Damiani lo scorso ottobre (si veda “Il TAR sblocca le elezioni dei commercialisti” di oggi).
Su social e chat ho letto i commenti e gli auspici più vari. A prescindere dalle opinioni di ciascuno di noi in merito alla vicenda, a me pare, in questa fase, essenziale focalizzare l’attenzione sugli effetti della sentenza, che il TAR ha – non a caso, temo – ritenuto di articolare in maniera estremamente precisa.
Il Giudice, infatti, non si è limitato ad accogliere il ricorso, ma lo ha fatto “ai sensi e per gli effetti di cui in motivazione”. Motivazione nella quale ha precisato (enfasi del sottoscritto) che “è opportuno chiarire la portata degli effetti conformativi della presente pronuncia, ai fini del corretto riesercizio del potere amministrativo a seguito dell’annullamento del regolamento impugnato. Il suddetto regolamento è funzionale allo svolgimento delle operazioni elettorali per le elezioni dei Consigli degli Ordini territoriali, elezioni che risultano essere state indette e attualmente in corso, benché sospese. Le amministrazioni resistenti [Ministero della Giustizia e Consiglio Nazionale, ndr], pertanto, saranno tenute ad adottare tutte le conseguenti determinazioni, nell’ambito delle rispettive competenze, di modo che, a seguito della riadozione del regolamento e nel rispetto del dettato legislativo (che ora contempla un meccanismo a tutela della parità tra i sessi, attraverso la previsione di una riserva di quota nella formazione delle liste elettorali), siano indette nuove elezioni da svolgersi nel rispetto delle prescrizioni in materia di parità di genere”.
Chi mi conosce (ed ha avuto modo di discutere con me del procedimento elettorale de quo) sa che mi sono, più volte, pubblicamente espresso affermando che, quando il Consiglio Nazionale ancora era nel pieno dei suoi poteri (oggi non so se sia propriamente così) e già era vigente il c.d. “emendamento Conzatti”, le ragioni che consigliavano l’annullamento in autotutela del procedimento elettorale avviato, la rapida approvazione di un nuovo regolamento elettorale conforme alla novità normativa e l’indizione di nuove elezioni, superavano – di gran lunga – i rischi di potenziali ricorsi amministrativi da parte di chiunque.
Ora, il TAR detta una precisa linea di azione al CN ed al Ministero della Giustizia, invitandoli (anche con un sintetico, quanto eloquente, comunicato stampa) a porre nel nulla il procedimento oggi sospeso, ad adottare un nuovo regolamento conforme al dettato legislativo oggi esistente e ad indire – finalmente – nuove elezioni.
Auspico che in tal senso si provveda e lo si faccia nei tempi più rapidi possibili. Senza nemmeno attendere la definitività della sentenza. Annullando, finalmente, in autotutela il procedimento elettorale che era stato avviato e che è stato bocciato in modo così netto da entrambi i gradi della Giustizia Amministrativa (anche se, dal Consiglio di Stato, solo in fase cautelare). Ripartendo con un nuovo iter che restituisca finalmente ai Colleghi la possibilità di esprimere democraticamente il proprio voto, su liste elettorali finalmente rispettose del dettato Costituzionale.
Con coraggio e senza timore delle possibili reazioni di chi, in modo per me incomprensibile, possa ritenere di aver maturato non so quale diritto o anche soltanto interesse legittimo per il solo fatto di essere stato, a suo tempo, inserito in una lista elettorale, nell’ambito di un procedimento incostituzionale. E senza velleità di tentare una modifica del DLgs. 139/2005, sicuramente necessaria (per tante ragioni, su cui qui non è il caso di dilungarsi), ma che può e deve attendere nuovi organi di rappresentanza.
Considero – di gran lunga – preferibile l’ipotesi che le elezioni subiscano un nuovo stop per ragioni che considero risibili, rispetto all’alternativa di rimanere pavidamente nel limbo ancora per mesi o, peggio, di tentare un’altra modifica in extremis dell’Ordinamento Professionale. Meglio, piuttosto, il commissariamento immediato del Consiglio Nazionale – che pure sarebbe una sconfitta per la categoria – e la convocazione di nuove elezioni da parte del Commissario.
Pasquale (Franco) Mazza
Presidente ODCEC di Trento e Rovereto
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