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LETTERE

I professionisti dovrebbero poter sottoscrivere contratti di rete

Giovedì, 31 marzo 2022

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Gentile Redazione,
mi permetto di inserirmi nell’interessante discussione avviata dai colleghi Righini e Cacciani per esprimere il mio punto di vista (si vedano “Servono supporto e modelli operativi per le aggregazioni professionali” e “Il vero problema è la scarsa volontà di aggregazione dei commercialisti”).
Entrambi hanno evidenziato una serie di aspetti di mentalità e organizzativi che caratterizzano la nostra categoria, potrei dire, da sempre, almeno da quando la esercito io.

Mi permetto di segnalare l’esistenza di uno strumento, sconosciuto a molti e inutilizzabile per tutti noi professionisti: il contratto di rete. Ho avuto la possibilità assieme a colleghi di altre professioni di tenere alcuni convegni per spiegare l’utilizzo di questo strumento, che per ora è limitato alle realtà imprenditoriali con esplicita esclusione dei professionisti. Questo strumento avrebbe la possibilità di superare gran parte tutte criticità evidenziate dai colleghi.

Infatti, se si provano a leggere gli ormai copiosi studi su questo tema, si possono evidenziare le seguenti caratteristiche, solo per riportarne alcune:
- mantenimento dell’autonomia dei singoli retisti, all’interno di un progetto comune;
- coinvolgimento in progetti specifici e dettagliati;
- ruolo propedeutico a eventuali future operazioni di M&A.

Stranamente, però, un timido tentativo di poter estendere il contratto di rete ai professionisti è stato del tutto disatteso. Infatti anche l’ultima modifica non ha risolto il problema di poter costituire contratti di rete fra soli professionisti.
Personalmente lo ritengo uno strumento molto duttile e molto efficace, tanto che l’ho proposto e realizzato per numerosi clienti del mio studio.

Pensiamo alla possibilità prevista per i retisti della codatorialità o del distacco del personale, solo per citarne alcuni, il tutto all’interno di un progetto comune mantenendo però la propria individualità dal punto di vista reddituale e previdenziale.
Pensiamo a quali vantaggi si potrebbero ottenere dal poter effettuare acquisti comuni o investimenti comuni finalizzati a un progetto previsto nel contratto di rete.
Questo strumento, nel modo imprenditoriale risulta sempre più utilizzato, basta vedere i dati sempre aggiornati delle CCIAA (https://contrattidirete.registroimprese.it/reti/).

L’ostacolo al momento attuale per la realizzazione di reti di soli professionisti è legato alla nostra mancata iscrizione alla CCIAA.
Ma perché non prevedere che i professionisti possano sottoscrivere contratti di rete, i quali andranno iscritti nei relativi albi professionali, in una sezione speciale, anziché al Registro delle imprese?

Su questo sarebbe bene chiedere l’intervento dei nostri rappresentanti, per semplificare e sbloccare la possibilità alla nostra categoria di utilizzare uno strumento che esiste già, ma per noi al momento non utilizzabile.
Con poco si potrebbe ottenere un grande risultato e allora potremo vedere se effettivamente la nostra categoria è pronta alla crescita e alle aggregazioni.


Saudo Maistri
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Trento e Rovereto

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