Per la professione futura è necessario il rilancio del profilo del commercialista
Gentile Redazione,
il recente dibattito sviluppatosi all’interno della categoria, a margine dell’appassionata campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio nazionale, offre lo spunto per alcune riflessioni su come debba/possa intendersi la professione del futuro per gli iscritti all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.
Il tema non è di poco conto, per i noti ed evidenti problemi che i colleghi vivono quotidianamente, sempre più gravati da adempimenti di basso profilo e sempre più messi all’angolo da un mercato che tende a non riconoscere/apprezzare il “valore aggiunto” che i dottori commercialisti sono in grado di offrire alle aziende loro assistite.
Ecco allora che l’obiettivo su cui occorre convergere è quello di individuare il punto in cui fissare l’asticella delle competenze, per far sì che la “politica” prima, e il mercato a seguire, si accorgano dell’imprescindibilità di questi professionisti per il sistema delle imprese innanzitutto, e per il sistema Paese come diretta conseguenza.
Mai come in questo momento è necessario generare una crescente qualificazione professionale, che ci consenta, attraverso una incisiva azione su Governo e Parlamento, di veder riconosciute quelle prerogative di legge che possano rappresentare un volano, capace di attrarre le future generazioni verso la nostra professione.
Mutuando quindi alcuni slogan già circolati, si può affermare che è proprio vero che “è necessario fare chiarezza”: da questo punto di vista, però, è assolutamente da respingere l’idea programmatica di allargare le platee demografiche, anche perché ci sarebbe da chiedersi quali siano i soggetti che potrebbero essere attratti nella “famiglia” ordinistica che caratterizza il perimetro della professione.
È evidente, quindi, che compito prioritario sarà piuttosto quello di far “innalzare la platea demografica”, attraverso le già richiamate prerogative, concetto ben diverso da quello ventilato come “allargamento”.
In tal senso, appare opportuno sottolineare che non vi è da parte di chi promuove un confronto alcun interesse ad “avvelenare i pozzi”, caso mai il contrario... proviamo a “purificarli quei pozzi”, favorendo negli incarichi di vertice quei colleghi animati da solidi intenti nell’interesse superiore della categoria.
Dopo il tempo dei conflitti interni, è ora di rianimare dibattiti costruttivi, all’esito dei quali uscire con un’unica voce e con una linea definita per un obiettivo: il rilancio del profilo del dottore commercialista, tanto sul piano lavorativo, quanto sul piano previdenziale che è legato a filo doppio con l’andamento della professione.
È un esercizio di scarso respiro, di nessuna valenza prospettica, capace solo di alimentare invettive e polemiche sterili il continuo rimando al tema della “fusione delle Casse”, che non ha trovato soluzione ai tempi in cui avrebbe potuto essere una opzione, pur semplicemente ipotizzata dall’impianto normativo. Opzione non realizzata, perché avrebbe dovuto prevedere differenti presupposti rispetto a quelli ostinatamente proposti, e che oggi non ha più alcun fondamento per essere messa sul tappeto.
Al contrario, rimangono di assoluta concretezza e attualità, anzi di attualità sempre maggiore, le difficoltà che una delle due Casse sta attraversando, difficoltà che potranno essere superate solo attraverso un’attività coordinata e coesa a difesa della professione, sia essa quella di dottore commercialista che quella di esperto contabile, coinvolgendo l’intero sistema delle Casse previdenziali privatizzate e private, i Ministeri vigilanti e la politica tutta, intesa nella sua accezione migliore.
Questi sono i compiti a cui il futuro CNDCEC sarà chiamato a guardare con equilibrio ed energia, in sintonia con le Casse di riferimento, nel rispetto della loro autonomia gestionale, organizzativa e contabile, senza che venga inciso il vincolo indissolubile che lega l’iscrizione alla Cassa di previdenza con la propedeutica iscrizione al relativo Albo professionale.
Renzo Guffanti
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Como, ex Presidente Cassa Dottori Commercialisti
Antonio Pastore
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Taranto, ex Presidente Cassa Dottori Commercialisti
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41