Non serve per forza una vera frode per negare la detrazione IVA al cessionario
Da valutare indizi come il fatto che la società cedente fosse partecipata da marito e cognato della contribuente e il reiterato omesso pagamento
La Cassazione, con l’ordinanza n. 9919/2025, ha sancito, per quanto è dato sapere per la prima volta, che, sia pure al ricorrere di determinati presupposti, al cessionario può essere disconosciuta la detrazione dell’IVA se egli sapeva o “non poteva non sapere” che l’IVA addebitata in rivalsa non è stata pagata, o non sarebbe stata pagata dalla controparte contrattuale.
Il tema è di indubbio interesse se si considera che, come detto chiaramente dalla Suprema Corte, il principio vale quand’anche non si sia in presenza di un contesto di frode fiscale propriamente inteso.
Nel caso di specie, vari indizi lasciavano supporre che il tutto potesse inserirsi in un contesto di evasione fiscale, sebbene non di vera e propria frode.
In primo luogo, la società che risultava ...
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