Con IVA la cessione di immobili da parte del Comune a titolo di contributo se su base pattizia
Con la risposta a interpello n. 151 di ieri, l’Agenzia delle Entrate ha ritenuto rilevante, ai fini IVA, la cessione di alcuni immobili effettuata a titolo di contributo da un Comune a favore di una società concessionaria, nell’ambito di un partenariato pubblico privato funzionale a un intervento di riqualificazione urbana.
Considerati i costi ingenti dell’intervento, l’erogazione del contributo nella forma di cessione di immobili era stata prevista, ai sensi dell’art. 177 comma 6 del DLgs. 36/2023, per salvaguardare l’equilibrio economico-finanziario della concessione.
Posto che il Comune era già dotato di una posizione IVA, si è però posto il dubbio che l’ente pubblico dovesse considerarsi un soggetto passivo IVA ai sensi dell’art. 4 comma 5 del DPR 633/72 per la suddetta operazione.
Sotto tale profilo, osserva l’Agenzia, l’elemento dirimente è la natura del rapporto giuridico tra Comune e società concessionaria, dovendosi verificare se questo sia caratterizzato dall’esplicazione di poteri unilaterali autoritativi o se lo stesso si svolga su base pattizia.
Nel caso specifico, secondo l’Amministrazione finanziaria, i rapporti tra le parti erano da considerarsi di natura contrattuale, essendo fondati su pattuizioni bilaterali che si sostanziavano nella previsione di reciproche prestazioni con modalità di svolgimento tipica degli operatori privati.
Tale natura trovava conferma nelle disposizioni del contratto che prevedevano cause di risoluzione del medesimo, penalità per inadempimento e risarcimento danni.
Per tali ragioni, in definitiva, l’Agenzia ha ritenuto che l’alienazione degli immobili da parte del Comune, a titolo di contributo ex art. 177 comma 6 del DLgs. 36/2023, fosse rilevante ai fini IVA.
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