Possibili aliquote IVA differenti per prodotti con lo stesso ingrediente principale
Venerdì, 6 ottobre 2023
Prodotti alimentari costituiti da un medesimo ingrediente principale possono essere assoggettati a differenti aliquote IVA, a seconda che siano venduti al dettaglio in un negozio o che vengano preparati e forniti caldi a un cliente per il consumo immediato. La facoltà concessa agli Stati membri è subordinata alla condizione che detti prodotti “non presentino proprietà analoghe” o che le differenze esistenti influiscano significativamente sulla scelta del consumatore di acquistare l’uno o l’altro.
È questo, in sintesi, il principio affermato dalla Corte di Giustizia Ue nella sentenza relativa alla causa C-146/22, pubblicata ieri.
La questione attiene alla vendita di una bevanda a base di latte e cioccolata, da parte di una società che gestisce una catena di caffè in Polonia. Secondo l’Amministrazione finanziaria polacca, l’operazione doveva essere ricondotta nell’ambito dei servizi di ristorazione e vendita di bevande (con applicazione dell’aliquota IVA dell’8% in detto Stato membro), e non poteva essere soggetta all’aliquota ridotta propria delle cessioni delle bevande a base di latte (pari, in Polonia, al 5%).
Per la Corte, il giudice del rinvio è tenuto a verificare se i prodotti presentino proprietà analoghe, se rispondano alle medesime esigenze del consumatore e, infine, se le differenze siano in grado di influenzare in modo determinante la scelta di acquisto dello stesso consumatore.
Nel caso di specie, viene sottolineato come le bevande commercializzate nei locali siano fornite calde e siano destinate ad essere consumate immediatamente dal cliente, che può anche ordinare ingredienti supplementari. Non altrettanto può dirsi di quelle reperibili nei negozi, sulla cui composizione l’acquirente non ha alcuna influenza.
Secondo i giudici europei, tale differenza sembrerebbe potere comportare una “influenza determinante” sulla decisione di acquisto, giustificando l’applicazione di due distinte aliquote.
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