La cessione di partecipazione rivalutata a società interamente partecipata non è interposizione
L’operazione potrebbe invece configurare abuso del diritto, valutando eventuali valide ragioni extrafiscali non marginali
Una persona fisica che cede una partecipazione a una società da essa interamente partecipata, previa rideterminazione del suo costo fiscale ai sensi dell’art. 5 della L. 448/2001, più volte prorogato o richiamato e da ultimo esperibile entro il 30 novembre 2024, compie un’operazione tutt’altro che “serena” dal punto di vista fiscale e deve quindi valutarne l’opportunità di implementazione avendo chiare sin dal principio le contestazioni a cui potrebbe essere chiamato a far fronte.
La prima è che questa condotta, formalmente lecita, abbia come finalità essenziale quella di conseguire un risparmio d’imposta indebito, mediante la “trasformazione” di dividendi imponibili in una plusvalenza non imponibile, in quanto previamente affrancata con
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