Verifiche del revisore sulle rimanenze di magazzino in due fasi
Da svolgere opportune procedure relativamente ai saldi di apertura nei casi di primo incarico
Il revisore, nel pianificare e svolgere le verifiche relative alla voce “Rimanenze”, si pone i seguenti obiettivi:
- accertare l’esistenza dei beni;
- verificare che la società cliente ne abbia la proprietà attraverso i documenti atti a dimostrarla;
- accertare che la valutazione delle rimanenze sia in linea con i criteri stabiliti dagli statuiti principi contabili di riferimento;
- verificare il rispetto del principio della competenza;
- verificare la corretta esposizione in bilancio e la relativa informativa fornita nelle note allo stesso;
- verificare la continuità di applicazione dei principi contabili per la voce in oggetto.
Da un punto vista temporale, gli interventi di revisione relativi alla voce rimanenze di magazzino e alle sue componenti si articolano in una fase preliminare (interim) e una fase conclusiva (final) che hanno luogo, rispettivamente, nei mesi antecedenti e successivi la chiusura dell’esercizio.
Nella fase di interim, al fine di coprire efficacemente gli obiettivi di revisione sopra descritti, il revisore deve pianificare il lavoro in modo da concentrare l’attenzione sulle aree dove il rischio di errori significativi può essere più elevato.
Oltre alla pianificazione del lavoro, le attività preliminari comprendono:
- la rilevazione dei controlli interni previsti dalla società;
- la pianificazione delle verifiche inventariali;
- lo svolgimento delle analisi comparative;
- la definizione del programma di lavoro.
Durante la fase di final il revisore svolge gli opportuni controlli al fine di sincerarsi che vengano rispettati le norme civilistiche e gli statuiti principi contabili in materia di valutazione delle rimanenze.
In particolare, il lavoro del revisore è essenzialmente volto a verificare i seguenti aspetti:
- il collegamento esistente tra la contabilità industriale e la contabilità generale;
- la determinazione del costo delle merci all’atto dell’acquisto;
- le voci di costo attribuite ai prodotti finiti e ai semilavorati;
- le modalità di attribuzione dei costi indiretti di produzione;
- il confronto del costo con il valore di mercato;
- la verifica della competenza (test di cut-off);
- le problematiche correlate all’obsolescenza e al lento rigiro dei beni in magazzino.
Per le società per le quali svolge il primo incarico di revisione il professionista dovrà, secondo il principio di revisione ISA Italia 510, svolgere opportune procedure relativamente ai saldi di apertura con l’obiettivo di acquisire elementi probativi sufficienti e appropriati per stabilire se:
- i saldi di apertura contengano errori che influiscono in modo significativo sul bilancio del periodo amministrativo in esame;
- appropriati principi contabili, utilizzati per la determinazione dei saldi di apertura, siano stati applicati coerentemente nel bilancio del periodo amministrativo in esame, ovvero se i cambiamenti di tali principi contabili siano stati appropriatamente contabilizzati, adeguatamente rappresentati e descritti in bilancio in conformità al quadro normativo sull’informazione finanziaria applicabile.
Delicata e complessa si presenta la verifica dei saldi iniziali delle rimanenze di magazzino a causa dei seguenti fattori:
- il revisore, avendo assunto l’incarico successivamente alla chiusura dell’esercizio precedente, non ha potuto partecipare alle conte fisiche di fine anno;
- nelle società di minori dimensioni è spesso difficile l’attività di riconciliazione a ritroso con le quantità iniziali.
Qualora il professionista non fosse in grado di acquisire elementi probativi sufficienti e appropriati sui saldi di apertura, egli dovrà esprimere un giudizio con rilievi ovvero dichiarare l’impossibilità di esprimere un giudizio sul bilancio, in conformità al principio di revisione ISA Italia 705.
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