Aumento da 800 euro nel triennio per i dirigenti del terziario
Dal 2026 sale a 1.500 il valore del welfare annuale a disposizione di ciascun dirigente
Con circa due mesi di anticipo rispetto alla scadenza del CCNL 31 luglio 2013 (codice CNEL: H021), fissata al 31 dicembre 2025 dall’Accordo 12 aprile 2023 (si veda “Per i dirigenti del terziario 450 euro di aumenti nel quadriennio” del 15 aprile 2023), il 5 novembre Confcommercio e ManagerItalia hanno siglato l’Accordo che rinnova per il triennio 2026-2028 la disciplina collettiva applicabile ai dirigenti di aziende del terziario, della distribuzione e dei servizi.
L’intesa riguarda, come risulta dal report periodico del CNEL diffuso nel giugno scorso, oltre 28 mila dirigenti alle dipendenze di oltre 8 mila aziende.
Tra le principali novità vi è quella relativa agli aumenti retributivi, definiti in 800 euro complessivi nel triennio e distribuiti nella misura di 320 euro dal 2026, 260 euro dal 2027 e 220 euro dal 2028. I nuovi minimi contrattuali mensili da applicare per effetto di tali incrementi sono i seguenti: 4.660 euro da gennaio 2026; 4.920 euro da gennaio 2027; 5.140 euro da gennaio 2028.
Rispetto ai suddetti incrementi è importante evidenziare come le Parti ne abbiano previsto la non assorbibilità, vale a dire l’impossibilità di procedere alla loro compensazione o riduzione con i superminimi individuali già in essere, escludendo a tale riguardo i soli emolumenti corrisposti successivamente al 31 luglio 2025 a titolo di acconto o anticipazione sui futuri incrementi contrattuali o espressamente riconosciuti con finalità di recupero del potere di acquisto in relazione al fenomeno inflattivo.
In tema di welfare aziendale le Parti hanno voluto dare continuità alle previsioni introdotte in via sperimentale per il biennio 2024-2025 dall’Accordo dell’aprile 2023, incrementando da 1.000 a 1.500 euro annui il credito welfare da mettere a disposizione di ciascun dirigente all’interno della piattaforma istituita presso il Centro di formazione management per il terziario (CFMT) destinato a servizi previsti dal welfare contrattuale. Come già previsto, tale valore dovrà essere riconosciuto pro quota per i dirigenti assunti o nominati in corso d’anno (anche con contratto a tempo determinato), mentre non dovrà essere oggetto di riproporzionamento per i dirigenti con contratto a tempo parziale. Il dirigente che alla fine di un anno solare abbia un residuo di fruizione dell’importo messo a sua disposizione nell’anno potrà optare per la sua destinazione al Fondo Mario Negri, o altrimenti lo stesso gli verrà riaccreditato per l’anno solare successivo.
In considerazione del fatto che le spese di gestione della piattaforma durante il precedente biennio di sperimentazione si sono rivelate inferiori rispetto a quelle di avvio, le Parti hanno stabilito che il contributo annuo previsto a carico di aziende e dirigenti, nonostante l’incremento da 1.000 a 1.500 euro del valore di welfare garantito, dal 2026 si riduca, passando dai precedenti 315 euro (conto azienda) e 155 euro (conto dirigente) del 2024-2025 a 308 euro (conto azienda) e 148 euro (conto dirigente).
Per quanto riguarda la previdenza integrativa, il contributo integrativo a carico dell’azienda nei confronti del Fondo Mario Negri dal 1° gennaio 2026 passerà dal 2,47% al 2,52% della retribuzione convenzionale annua, per poi aumentare nuovamente al 2,57% dal 1° gennaio 2027 e al 2,62% dal 1° gennaio 2028. Elevata anche dall’1% al 2% la quota a carico del dirigente a titolo di contributo ordinario.
Con riferimento invece alla copertura “Infortuni” fornita dall’Associazione Mario Pastore, con decorrenza dal contributo relativo al quarto trimestre 2025, il cui pagamento andrà in scadenza il 10 gennaio 2026, il premio aumenterà a 560 euro annui per dirigente assicurato, con contributo annuo conto azienda che, al netto della trattenuta a carico del dirigente prevista dall’art. 28 (già 26), si attesterà a 5.321,26 euro.
Dal 1° gennaio 2026 il contributo nei confronti del CFMT introdotto dall’art. 21 comma 8 dell’Accordo 16 giugno 2021 (si veda “Rafforzato il sistema di welfare contrattuale per i dirigenti del Terziario” del 29 giugno 2021) a sostegno delle politiche attive e di outplacement è pari a 2.000 euro per ciascun rapporto di lavoro dirigenziale cessato (tranne che per licenziamento per giusta causa o disciplinare ed escluse anche le dimissioni volontarie le risoluzioni consensuali).
Si evidenzia inoltre come le Parti, quale condizione di miglior favore rispetto a quelle previste dall’art. 1 della L. 18 luglio 2025 n. 106, abbiano previsto che per tutta la durata del congedo per malattie oncologiche, invalidanti o croniche, anche rare, che comporti un grado di invalidità almeno pari al 74%, il datore di lavoro sia tenuto a versare la contribuzione integrale al Fondo di assistenza sanitaria integrativa FASDAC.
Da segnalare, infine, la possibilità di stipulare contratti c.d. di “invecchiamento attivo” nei confronti di dirigenti senior e apicali cui manchino al massimo 3 anni di età anagrafica per accedere all’età pensionabile, con previsione di specifiche mansioni di tutoraggio e mentoring. Tali contratti, finalizzati a favorire il ricambio generazionale garantendo al dirigente un’uscita graduale dal mondo del lavoro, dovranno essere stipulati in forma protetta (art. 9).
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