Il parere fornito all’istanza d’interpello «blocca» l’accertamento
Il principio vale anche per i dinieghi di condono
A seguito di proposizione di istanza di interpello “ordinario”, il parere che viene fornito dall’Agenzia delle Entrate vincola il comportamento dell’Ufficio, determinando la nullità degli eventuali atti impositivi emanati in violazione del parere medesimo.
È quanto asserito dalla Corte di Cassazione, con la sentenza di ieri, n. 20421.
Nei fatti, una società, a fronte della dizione non proprio pacifica dell’art. 9 della L. 289/2002 (legge sul condono) chiedeva, a mezzo del proprio difensore, un parere all’Agenzia delle Entrate.
In particolare, domandava, in riferimento ad un provvedimento di irrogazione di sanzioni, se fosse applicabile il condono, di cui all’art. 9 della L. 289/2002, anche in presenza di una lite già pendente su tale atto.
L’Amministrazione,
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