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LETTERE

Quando ci faremo sentire nei confronti di questo Fisco?

Giovedì, 20 ottobre 2011

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Gentile Direttore,
è solo una mia impressione o è in atto una deriva nei rapporti tra Pubblica Amministrazione e le sue maestranze? E i rapporti tra la P.A. e i contribuenti sono forse migliorati? È solo un’impressione o anche quelli tra P.A. e professionisti (leggasi “commercialisti”) non stanno migliorando? E questo malgrado i grandi sorrisi e le numerose manifestazioni di intento per la collaborazione fattiva tra i vari soggetti istituzionali, che sento citare quasi ad ogni convegno.

Mi rendo conto di come siano difficili i tempi per chi amministra i conti dello Stato, ma forse chi si occupa di politica nel nostro Paese sta ipotecando dissennatamente il futuro del buon funzionamento della P.A. di fronte alle ragioni del ricercato pareggio di bilancio. Molti di coloro che rivestono cariche istituzionali nei nostri Ordini ci riferiscono di collaborazioni, di canali di comunicazione preferenziale, di commissioni bilaterali volte a individuare soluzioni a problematiche comuni e ad instaurare rapporti duraturi, al fine di interagire nell’interesse comune di P.A. e contribuenti.
È solo una mia impressione o gli effetti positivi tardano a risultare evidenti?

Nei rapporti quotidiani mi è difficile trovare un operatore dell’Agenzia delle Entrate che non manifesti insofferenza per i più disparati motivi. Spesso è difficile risolvere una pratica non banale, perché l’interlocutore impiegato presso la P.A. tende “prudenzialmente” a tutelare prima se stesso e poi tutti gli altri, a non assumersi responsabilità, a non agire con motivazione.

Anche guardando ai rapporti istituzionali, mi è difficile intravedere nel disegno di legge del 14 ottobre scorso uno spirito collaborativo da parte di chi si occupa di politica, quando si propone di tagliare un compenso già ridicolo per l’invio telematico (1,03 euro). Questo specialmente se pensiamo che quasi ogni adempimento, nuovo o vecchio, prevede per obbligo di legge almeno un invio telematico e che la circostanza che la gestione di tali invii sia nella maggior parte dei casi prerogativa dei soggetti professionisti garantisce il buon funzionamento del sistema stesso e un risparmio consistente per la Pubblica Amministrazione.

Io forse passo troppo tempo alla mia scrivania, ma perché qualche altro collega, che avrebbe la possibilità di alzare la voce, non si rende portavoce del mio disagio? È una mia impressione o non sono l’unico a pensarla così?
Mi piacerebbe leggere di qualche collega, tra quelli più illustri, che dichiarasse che non è più accettabile essere considerati dei “galoppini” al servizio di contribuenti spesso vessati, ai quali sono imposti, a loro spese, adempimenti che hanno lo scopo di sopperire alle inefficienze dello Stato.

È solo una mia impressione o ci vorrà molta più indignazione di quella manifestata in tutto il mondo, prima che anche i vertici della nostra categoria comincino a manifestare la nostra? Gentile Direttore, gradirei conoscere la sua opinione.


Stefano Filippetto
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Treviso

***


Caro Collega,
mi chiedi un’opinione e non mi sottraggo.
Credo francamente che, in questo ultimo anno, ci siamo fatti sentire e pure molto. A cominciare dalle pagine di questo giornale che, pur cercando il dialogo forse più di altri, non manca mai di sottolineare incoerenze e contraddizioni.

I nostri vertici istituzionali e sindacali possono sicuramente fare di più nel manifestare il nostro disagio, ma devo dire che anche la famosa “base” deve cominciare a rispondere “presente” non soltanto per muovere critiche “ad alzo zero” e a pari contenuto propositivo.
Alcuni mesi fa, ad esempio, abbiamo lanciato la provocatoria campagna “diteci se abusano di voi”, invitando i colleghi a mandare in redazione gli accertamenti che avevano sul tavolo (con i dati identificativi cancellati) e che si fondavano sull’abuso di diritto, per consentirci di dimostrare in modo documentato (il solo modo che Eutekne conosce da più di vent’anni) che non è vera la favola delle poche decine di accertamenti “anti-abuso” in tutta Italia. Risultato: una valanga di mail di apprezzamento per l’idea, ma poco più di una decina di accertamenti inviati.

Delle due, l’una: o le cose che l’Agenzia dice, per quanto non sempre piacevoli, sono assolutamente giuste e allora noi commercialisti siamo a volte un po’ petulanti; o le cose che l’Agenzia dice non sono sempre assolutamente giuste, ma noi commercialisti non troviamo nemmeno il tempo di snerettare un documento e scannerizzarlo per far valere la nostra opinione in un modo che non sia petulante.
Insomma: cerchiamo di darci una mossa, ma a tutti i livelli, non solo ai piani alti.


Enrico Zanetti
Direttore di Eutekne.Info

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