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LETTERE

Il nuovo Registro revisori è l’ennesima occasione mancata per la burocrazia

Sabato, 21 settembre 2013

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Gentile Redazione,
ho aiutato una collega ad iscriversi al nuovo Registro revisori legali, sul sito del MEF.

Per la verità, non abbiamo avuto nessun particolare intoppo informatico: sarà fortuna, ma in pochi minuti è arrivata una mail con i codici di accesso e la collaboratrice di studio ha iniziato ad inserire gli incarichi (abbiamo notato che, curiosamente, viene chiesta la partita IVA e non il codice fiscale della società in cui si ha l’incarico, che è obbligatorio inserire una data di cessazione anche se, come spesso avviene, il termine è legato all’approvazione del bilancio, mentre in tempi di crisi il dato sul compenso può anche essere pari a zero...).

Il fatto più disturbante però è la filosofia di fondo: dovere, nuovamente, pazientemente, mugugnando, controvoglia e con perdita di tempo, inserire in un elenco tenuto da un ente pubblico gli stessi dati che sono in un altro elenco tenuto da un ente pubblico, il Registro delle imprese: ancora una volta, la burocrazia ha perso un’occasione di mostrare una faccia amichevole ai cittadini-sudditi.

Ma lo sappiamo, i termini per “noi” sono “perentori”, per “loro” sono “ordinatori”, le sanzioni sono sbandierate per “noi”, per avere un rimborso o un risarcimento da “loro” bisogna sudare e pazientare e fare ricorso... è a livello culturale il problema di fondo delle amministrazioni pubbliche, per la “Destinazione Italia” anche qui c’è da lavorare, e tanto!


Davide Albani
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano

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