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LETTERE

La vicenda dello spesometro conferma la necessità di una seria riforma tributaria

Lunedì, 11 novembre 2013

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Gentile Direttore,
purtroppo, dopo 25 anni di professione, continuo a prendermela per come veniamo trattati come categoria professionale dall’Agenzia delle Entrate, ma d’altra parte non bisogna meravigliarsi più di tanto, considerando che da un anno siamo ormai senza Consiglio Nazionale. È stato abbastanza deprimente vedere, qualche giorno fa, l’eco mediatica che ha avuto l’allarme lanciato dai CAAF per il pochissimo tempo a disposizione per i calcoli della rata IMU in scadenza il prossimo 16 dicembre, mentre sulla questione spesometro non si è sentito alcunché, se non i commenti della stampa specializzata.

Penso di poter tranquillamente affermare che un comunicato come quello pubblicato il 7 novembre sullo spesometro faccia quantomeno dubitare sulle capacità di coloro che sono preposti a tale compito, in quanto o sono profondamente incapaci o sono in malafede (e non voglio pensare a quale sia peggio tra le due ipotesi). Dire che ci stanno prendendo in giro penso sia un eufemismo: cosa significa che il canale Entratel rimarrà aperto fino al 31 gennaio 2014? Perché per gli intermediari finanziari si parla apertamente di proroga, mentre per lo spesometro no?

Come studio, stiamo verificando che tanti clienti ci mandano file telematici (molti con segnalazioni di errori che forse l’ultima versione del modulo di controllo uscita correggerà) estrapolati da software che non saranno in grado di stampare il modello cartaceo: e io, intermediario, cosa faccio firmare al cliente (a parte il piccolo particolare che continua a mancare uno spazio per la firma!) e cosa conservo per eventuali futuri controlli?

Ma che razza di Paese possiamo aspirare ad essere quando si va avanti a forza di comunicati stampa (peraltro sempre più fumosi... almeno qualche tempo fa, sulle proroghe dei termini delle dichiarazioni dei redditi, usciva il comunicato bello chiaro e sapevamo che si era aggiunta una nuova fonte normativa a quelle studiate all’Università), di proroghe, ecc.: lo spesometro è già stato oggetto di numerosi rinvii, ma, ciò nonostante, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, non più tardi di qualche settimana fa, ha categoricamente escluso che ci fosse la necessità di far ricorso ad una proroga (tanto il lavoro lo dobbiamo fare noi e le software house).

Vogliamo poi parlare del redditometro, che lo stesso Befera continua ad annunciare come imminente, ma la cui versione definitiva continua a slittare?

Credo che in un Paese civile il responsabile di una struttura come l’Agenzia delle Entrate dovrebbe fare un serio esame di coscienza e valutare se dimettersi (pratica in Italia quasi sconosciuta) o, in alternativa, chiedere scusa sia ai contribuenti che a noi professionisti, impegnandosi pubblicamente a gestire in modo diverso il tanto sbandierato rapporto Fisco-contribuente.

Per quanto riguarda il legislatore, probabilmente sarebbe opportuno fermarsi a riflettere (tra una litigata di partito e l’altra e tra una spesa ingiustificata fatta con fondi pubblici e l’altra) e meditare una seria riforma tributaria, con annessa una vera semplificazione che, con tutta probabilità, consentirebbe di dedicare una quantità maggiore di funzionari all’attività di contrasto all’evasione, in modo che, magari, per un anno le previsioni inserite nel bilancio dello Stato come introiti dalla lotta all’evasione corrispondano a quelli effettivi!


Luca Vianelli
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bologna

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