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IMPRESA

Il modello 231 deve essere calato nella specifica realtà aziendale

Dalla Cassazione, nuove indicazioni sulla corretta valutazione d’idoneità dei modelli organizzativi

/ Annalisa DE VIVO

Sabato, 1 febbraio 2014

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Con sentenza n. 4677, depositata il 30 gennaio, la Suprema Corte alimenta nuovamente il dibattito in merito al vaglio giudiziale di idoneità dei modelli organizzativi previsti dal DLgs. 231/2001 e alle corrette modalità di svolgimento dello stesso.

Varrà ricordare che, nel caso di specie, relativo a Impregilo spa, la sentenza emessa dal GIP del Tribunale di Milano il 17 novembre 2009, confermata dalla Corte di Appello nel 2012, aveva assolto società dagli illeciti contemplati dall’art. 25-ter (reati societari), lett. a) (false comunicazioni sociali) e r) (aggiotaggio) del DLgs. 231/2001, commessi dal Presidente del CdA e dall’amministratore delegato, ritenendo che la società avesse predisposto e adottato un modello organizzativo reputato idoneo alla prevenzione dei suddetti reati.

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