Il CNDCEC deve promuovere la nostra professionalità e risparmiare quando può
Caro Direttore,
mi permetto commentare e in qualche modo criticare la lettera dello stimato collega, quasi coetaneo, Alberto Arrigoni (si veda “Il CNDCEC dovrebbe pensare a promuovere la nostra professionalità, più che ai risparmi”).
Nulla quaestio, evidentemente, sugli effetti riduttivi del costo della quota determinati dalla deducibilità fiscale della stessa.
Resta però, come segnale importante, la riduzione di un terzo della quota, determinata in parte molto rilevante, quasi il 50%, dal mancato sostenimento del costo delle indennità dei Consiglieri nazionali e delle Commissioni (-3.711.000 euro).
Al proposito, si tenga presente che, analizzando le relazioni del Tesoriere del CNDCEC, si evince che il costo annuo di un Consigliere nazionale è stato, in passato, di circa 150.000 euro annui, per un impegno di una o due giornate al mese e non in tutti i mesi!
Se lo ragguagliassimo a ore di lavoro o ad anno di lavoro, avremmo delle cifre spudoratamente elevate, quando invece i redditi professionali 2008 dei Dottori Commercialisti (prima dell’aggravarsi della crisi) riportati dal “Commercialista Veneto settembre-dicembre 2011”, sulla base dei dati della Cassa di Previdenza, risultavano:
- 15.119 euro annui per gli under 30;
- 31.441 euro annui per gli under 40, cioè da 30 a 39 anni;
- 66.152 euro annui nella fascia 40-49 anni.
Oggi, detti redditi sono sicuramente diminuiti a causa dell’accentuarsi della crisi, come tutti ben sanno.
Altri costi insopportabili, perlomeno nei termini sin ora verificatesi, sono i trasferimenti alle partecipate, quelli dei congressi e degli affitti della nostra sede (che superano ampiamente il milione di euro). Può un Congresso nazionale, al quale peraltro non ha partecipato nessun Ministro, Sottosegretario e/o simili, costare 3.500.000 euro? Ci sono riusciti (a mio parere, i Congressi nazionali, in cui è importante la presenza dei nostri interlocutori istituzionali, Ministri, Sottosegretari, ecc., sarebbe opportuno tenerli a Roma, ove questi potrebbero ben trovare un’ora per partecipare e senza costi riflessi).
Concludo chiedendo al nuovo Consiglio nazionale (quando ci sarà!) di tenere ben presente la necessità di una drastica riduzione dei costi inutili ed esorbitanti (vedi indennità Consiglieri, partecipate, ecc.), perché gran parte degli iscritti, in particolare under 40, non arriva, oggi, a fine mese! Ciò non toglie che si debba investire nelle giuste misure e modalità per rilanciare la nostra categoria. Attività che non è direttamente proporzionale alla spese, ma alla qualità delle stesse. In senso negativo, si veda la campagna pubblicitaria del precedente Consiglio (la sedia a tre gambe o il tavolo a tre gambe): purtroppo, non è servita a migliorare la nostra immagine, bensì a spendere alcuni milioni di euro.
Carlo Romagnoli
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Latina
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