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LETTERE

Anche ad agosto, non mancano le «spade di Damocle» dell’Agenzia

Martedì, 5 agosto 2014

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Gentile Redazione,
ancora alle prese con i calcoli dei vari modelli UNICO, questa mattina, 4 agosto 2014 – perché, ovviamente, noi non possiamo riposarci né andare in ferie – individuo tra le mie ricevute Entratel da scaricare una certa ANT12 seguita dal mio codice fiscale. Faccio fatica a ricordarmi di aver inviato un qualche file, tra gli innumerevoli che sistematicamente inviamo, che possa ricondurre a tale ANT.

Lo apro e scopro, con mia somma meraviglia, che l’Agenzia delle Entrate, per mezzo della locale Direzione Regionale, il 2 agosto (beh, evidentemente anche loro lavorano di sabato) mi comunica che nel 2012 non avrei “provveduto alla corretta ritrasmissione di dichiarazioni precedentemente scartate dal suddetto servizio telematico”, dandomi tempo fino al 15 ottobre prossimo, “ove lo ritenessi opportuno”, di fornire chiarimenti idonei a dimostrare la regolarità della mia “attività di trasmissione svolta” che, ricordiamolo, non ho scelto io di intraprendere, ma mi è stata attribuita anche se non retribuita (spending review ante litteram, si vede...).

Il grassetto in “ove lo ritenessi opportuno” è d’obbligo, in quanto mi viene successivamente precisato che:
- non è un obbligo rispondere, ma solo una “opportunità” (ben altre sono le opportunità...), non essendo la mancata risposta in alcun modo sanzionata di per sé;
- qualora, comunque, non fornissi elementi a mio discapito, si provvederà a contestarmi, ai sensi dell’art. 16 del DLgs. 472/97, la tardiva e/o omessa trasmissione delle dichiarazioni, ai fini dell’irrogazione della sanzione prevista dall’art. 7-bis del DLgs. 241/97.

Beh, delle due l’una: ditemi, senza tanti giri di parole, che è un obbligo rispondere e la facciamo finita qui!
Lascio ad altri ogni commento sulla scelta del periodo in cui inviare tali comunicazioni.

Poiché, per carattere, non posso stare con questa spada di Damocle fino al 15 ottobre (anche perché, se continua così, per quella data potrei essere anche passato a miglior vita e i miei eredi non saprebbero che fare) sospendo ogni attività volta al calcolo delle imposte dei miei clienti (che ovviamente mi malediranno nei secoli...) e vado a ricercare, ad integrazione della mia lucrosa attività di trasmissione svolta, le due dichiarazioni precedentemente scartate ma non correttamente ritrasmesse.

In realtà, sono due dichiarazioni inviate con codice fiscale formalmente corretto ma non valido, ovviamente scartate con tanto di spiegazione già nella ricevuta (“codice fiscale non assegnato”) e poi ritrasmesse nello stesso giorno con il codice fiscale giusto.

Quindi, qualcuno nel sistema già sapeva dell’“errore” (chiamiamolo così, perché a mio avviso la dichiarazione relativa ad un codice fiscale non valido non può essere “ritrasmessa”...), ma evidentemente non tutto il sistema sa... E quindi si rende necessario l’intervento dell’Agenzia.

Per evitare la crocifissione in sala mensa come il buon Fantozzi, predispongo immediatamente i due feedback (si chiamano tecnicamente così) e attendo fiducioso l’esito dell’istruttoria svolta, che mi verrà comunicato entro il 19 dicembre (altra spada di Damocle il quale, almeno, se la trovò sulla testa per aver invidiato le fortune del tiranno).

Spero, in tal modo, di aver giustificato le mie mancanze telematiche, che ho opportunamente ritenuto di fornire tramite tale applicativo, che, per la cronaca, si chiama Inte.s.a., acronimo irriverente – per non dire di peggio – per la lingua italiana, non essendo al corrente di alcuna mia intesa al riguardo (e se la dichiarazione scartata fosse stata ritrasmessa da altro intermediario?).

Tanto, siamo abituati ai vari UNICO, Serpico, GE.RI.CO., Aida e così via, che, tra l’altro, vengono utilizzati senza nemmeno sapere il significato etimologico del termine, in totale disprezzo della lingua italiana: eloquente potrebbe essere la “traduzione” del nostro (si fa per dire...) formidabile strumento di stima dei ricavi (Gerico), ricavabile da un passo del Vangelo di Luca (meglio conosciuta come la parabola del Buon Samaritano): “... Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto...»”.

Anche duemila anni or sono, si sapeva delle conseguenze di chi “scende a Gerico”...


Leonardo Chiavarini
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Perugia

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