Cessioni intra-Ue non imponibili anche con indicazioni di partite IVA cessate
Secondo la Corte di Cassazione, si tratta di un caso equiparabile a quello dei numeri identificativi della controparte errati
Con la sentenza n. 21183 di ieri, 8 ottobre 2014, la Cassazione ha riaffermato il principio secondo cui il regime di non imponibilità delle cessioni intracomunitarie non viene meno per l’errata indicazione della partita IVA dell’acquirente estero, se sono rispettati i requisiti sostanziali della movimentazione fisica dei beni dallo Stato del cedente a quello del cessionario e della natura imprenditoriale o professionale del cessionario stesso.
Viene confermato un orientamento che negli ultimi tempi va così consolidandosi (nello stesso senso, infatti, si erano espresse le sentenze n. 22127 del 27 settembre 2013 e n. 17254 del 29 luglio 2014) e che permette di ritenere superati i timori che avevano caratterizzato in particolar modo il primo decennio dell’applicazione del regime ...
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