Tra obblighi inutili e integrazioni necessarie, cui prodest la precompilata?
Gentilissima Redazione,
giunge voce che diversi contribuenti, dopo aver ottenuto il fatidico PIN per l’accesso al Cassetto fiscale (tra questi, soprattutto, arzilli pensionati che aspettavano questo momento più di un aumento della pensione...), in attesa spasmodica del click-day, siano seriamente preoccupati dal momento che, se nel precompilato troveranno i dati delle CU, temono di non trovare invece i dati delle CUPE (Certificazioni degli utili e proventi equiparati), nonché i redditi (e relative ritenute) provenienti dagli interessi sui finanziamenti soci, redditi che dovrebbero dichiarare e che ben volentieri li avrebbero voluti già inseriti nel rivoluzionario modello.
Sarebbe opportuno pertanto tranquillizzarli: certo, non basterà in tali casi confermare semplicemente la dichiarazione precompilata!
A parte le battute, al di là di qualsiasi critica, io chiedo soltanto questo: da una parte siamo obbligati a inviare certificazioni che MAI confluiranno nei 730, anche se per tali casistiche è stata aperta idonea “finestra temporale”, prestazione che MAI potrà essere adeguatamente remunerata, poiché è già tanto quando i clienti ci pagano l’ordinaria amministrazione, e dall’altra ci troviamo in situazioni di evidenti necessità di integrare il precompilato, addirittura sul fronte dei redditi.
Capisco che la casistica possa essere limitata, ma dovrebbe valere il principio!
Infine, cui prodest questa formidabile e rivoluzionaria trovata dei 730 precompilati, visto che comunque i contribuenti daranno agli intermediari la delega per l’accesso al Cassetto fiscale (qualcuno mi dica quanti lo faranno autonomamente!), cassetto nel quale troveranno i dati di un modello che avevano fra le mani 43 giorni prima?!
Era proprio necessario questo ulteriore carico di lavoro non retribuito?
Leonardo Chiavarini
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Perugia
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