Nel III trimestre 2015 numero di chiusure delle imprese mai così basso da 10 anni
Dai dati del III trimestre 2015 diffusi oggi da Infocamere arrivano alcuni segnali positivi: calano i fallimenti, aumentano le imprese di 20.000 unità e soprattutto crollano le chiusure, mai così basse da dieci anni a questa parte. Tra le criticità, invece, si registra il persistere del segno meno sul fronte artigiano, dove, per il quarto anno consecutivo, nel III trimestre si registra un saldo negativo tra aperture e chiusure, frutto soprattutto della forte riduzione di iscrizioni di nuove imprese (record negativo del decennio e oltre 800 unità in meno rispetto a quelle, già ridotte, registrate nello stesso periodo del 2014).
Il saldo generale fra le imprese nate e cessate tra luglio e settembre ammonta dunque a + 20.075 unità, frutto di 74.082 iscrizioni e 54.007 cessazioni. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, sono quasi 4 mila le imprese in più. Il sistema delle imprese italiane raggiunge così una dimensione pari a 6.060.085 unità. Il tasso di crescita del periodo (+ 0,33%) è il risultato del più basso volume di cessazioni rilevate nel terzo trimestre dell’anno dal 2006 e uno dei più contenuti volumi di iscrizioni del decennio, superato solo nel 2014. Per quanto riguarda i fallimenti, nel III trimestre, le imprese che hanno portato i libri in tribunale sono state 2.800, lo 0,7% in meno dello stesso periodo del 2014. Ancora più sostanzioso il decremento dei concordati preventivi (diminuiti del 30% fino a sfiorare le 300 unità).
Il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello, parla di numeri “confortanti” sullo stato di salute del tessuto produttivo. “Significativa la crescita del settore turistico, che ha goduto anche dell’effetto Expo e dell’attesa per il Giubileo straordinario – ha puntualizzato –. In aumento anche le imprese commerciali e le attività produttive a maggior tasso d’innovazione e di supporto alle imprese. Questi elementi, insieme alla ulteriore riduzione dei fallimenti, danno conferma dell’energia vitale che ha ripreso a scorrere nel nostro sistema produttivo”.(Redazione)
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