ACCEDI
Martedì, 1 luglio 2025 - Aggiornato alle 6.00

LETTERE

La bocciatura del contraddittorio porta a contribuenti di serie A e di serie B

Giovedì, 21 gennaio 2016

x
STAMPA

Spettabile Redazione,
la vostra professionalità e i vostri articoli mi accompagnano quotidianamente.
Noto però un certo distacco, pur professionale, quando si affrontano argomenti delicati come ad esempio la sentenza delle Sezioni Unite sul contraddittorio.

Speravo ci fosse un plebiscito rivoluzionario a siffatta situazione antidemocratica, antieuropea e contro alcuni diritti fondamentali quali la necessità di essere messi a conoscenza dei fatti, siano essi penali, fiscali o altro, che la P.A./Fisco o altro avanzano nei confronti dei cittadini.

Ma perché la sentenza, dopo aver diviso i tributi in tributi di serie A come l’IVA, tutelati, e tributi minori di serie B, come IRPEF, IRPEG (IRES per i più giovani) e IRAP, ha anche diviso gli Italiani in classi?
Un contribuente con partita IVA e magari con locali dell’attività potrebbe essere fortunato a ricevere in loco una verifica, con tutte le tutele del caso, quando invece una persona fisica senza partita IVA i locali non li ha!
Quindi il contraddittorio preventivo forse su alcuni soggetti sì se hanno locali dell’attività, mentre le persone fisiche subiscono solo ed esclusivamente indagini a tavolino.
Per costoro nessuna forma di garanzia preventiva?
Contribuenti di serie A e di serie B. No grazie.

Complimenti ai nuovi rapporti tra Fisco e contribuenti.
Ogni ulteriore commento lo lasceremo alla speranza di qualche Commissione tributaria più attenta di altre e magari più europea e tutelante dei diritti dei cittadini al contrario della nostra bellissima Cassazione a Sezioni Unite.


Flavio Creanza
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano


***


Gentile lettore,
condividiamo le perplessità manifestate in relazione alla presa di posizione delle Sezioni Unite, che, peraltro, sono confermate da Eutekne.info e dalla maggior parte degli altri commentatori.

Evidenziamo che, nel commento all’ordinanza che ha rinviato la questione alla Corte Costituzionale (si veda “Alla Consulta il contraddittorio «a macchia di leopardo»” del 20 gennaio), abbiamo manifestato la nostra piena adesione al ragionamento esposto dal relatore Cicala, specie nella parte in cui rileva come, purtroppo, nel procedimento tributario, in concreto, valgano canoni opposti rispetto al principio, di matrice penalistica, “al di là di ogni ragionevole dubbio”.


Michela Damasco
Direttore Eutekne.info

TORNA SU