Partono i corsi della SAF del Triveneto
Boom di iscritti per le quattro specializzazioni, ma pochi giovani: più del 50% è over 45
Duecentottanta iscritti e quattro corsi in partenza, di cui uno riempito in appena 17 minuti. Questi i numeri della Scuola di alta formazione del Triveneto, i cui corsi, strutturati su circa 200 ore di lezione da svolgersi in 12-14 mesi (lezioni da 8 ore per due/tre venerdì al mese), cominceranno tutti nel mese di novembre. Quattro temi e altrettante sedi diverse, individuate per coprire tutto il territorio del Triveneto. A Verona, si terrà il corso di specializzazione in materia di controllo di gestione; Mestre ospiterà quello sulle valutazioni, mentre a Udine e Padova si svolgeranno le lezioni rispettivamente su finanza d’impresa e processo tributario. Ogni corso sarà composto da un massimo di 50 iscritti, ma per quelli in materia di valutazione e processo tributario, spiega Alberto Maria Camilotti, Presidente della SAF triveneta, “si è arrivati al doppio degli iscritti”, quindi, “abbiamo previsto un bis”: i due corsi verranno rifatti con un differimento di un paio di mesi rispetto ai primi, ma in una sede diversa.
Un modo, Presidente Camilotti, per andare incontro anche alle esigenze logistiche degli iscritti?
“Sì. Le sedi dei corsi sono state scelte anche in base alle iscrizioni pervenute, che sono state tante. Un successo che non mi sarei mai aspettato”.
Come se lo spiega?
“Credo ci siano tre fattori. Abbiamo scelto argomenti lontani dai normali corsi di formazione e puntato sulla qualità in termini di docenze e partnership. E poi, anche dal punto di vista della comunicazione, abbiamo mantenuto un forte profilo istituzionale, rimarcando la volontà del Consiglio nazionale di procedere con il riconoscimento delle specializzazioni, che sono il futuro della nostra professione”.
Magari, anche il costo dei corsi può essere stato un incentivo.
“Il costo dei nostri corsi è di 2100 euro per un iscritto normale, 1950 per i soggetti che fanno parte dell’Associazione delle Tre Venezie. Duemila euro per 200 ore di lezione, circa 10 euro a ora, per una formazione di qualità. E dire che siamo la Scuola che fa pagare di più in Italia, ma perché abbiamo voluto puntare sull’eccellenza. E il riscontro è stato, come detto, subito positivo. Per il corso sulle valutazioni abbiamo aperto le iscrizioni alle 9 del mattino, e alle 9.17 avevamo già raggiunto i 50 iscritti”.
A proposito di riscontri, che risposta c’è stata dai più giovani?
“La statistica sulle iscrizioni ci dice che più del 50% degli iscritti è over 45. Credo ci siano due ragioni. Magari i giovani appena usciti dalle università percepiscono questi corsi come qualcosa di molto vicino a quello che hanno appena fatto, e quindi lasciano perdere. Mentre l’importanza della specializzazione è maggiormente sentita da chi è da più tempo nel mondo del lavoro e, conoscendo le esigenze dei clienti, si specializza nel suo mercato di riferimento”.
Ma le SAF sono nate, almeno nelle intenzioni del Consiglio nazionale, proprio per aiutare i più giovani. Se questo fosse il trend l’obiettivo non sarebbe raggiunto.
“Forse no, almeno fino a quando i giovani non capiranno che il futuro della nostra professione sono i grandi studi aggregati, all’interno dei quali si può entrare solo portando conoscenza. Ad oggi, quelli che guardano con interesse alle SAF sono proprio i giovani che si trovano già all’interno di grossi studi, a cui serve una specializzazione verticale in un determinato settore. Questo discorso potrà cambiare nel momento in cui le specializzazioni saranno riconosciute ufficialmente, ma è chiaro che il giovane deve prima capire la direzione da prendere e poi passare alla specializzazione”.
State pensando anche all’e-learning come ulteriore incentivo alla partecipazione?
“Sappiamo che il Consiglio nazionale sta facendo un percorso sul riconoscimento biometrico. Lo seguiamo con attenzione e, qualora si dovesse approdare ad una soluzione, la prenderemo in considerazione, magari anche per una parte delle lezioni. Sappiamo che potrebbe essere un grosso vantaggio per gli utenti, ma c’è bisogno di avere la certezza della frequenza, soprattutto quando le specializzazioni saranno riconosciute dal Ministero”.
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