Dividendi più leggeri se si supera il tax rate test
Anche se l’aliquota nominale usata nello Stato estero fa scattare il regime CFC, con un tax rate estero congruo si beneficia della seconda esimente
In tema di controllate residenti all’estero, il tax rate test concerne principalmente le verifica dell’applicazione del regime delle controlled foreign companies per le controllate non black list ai sensi dell’art. 167 comma 8-bis del TUIR.
Per le controllate i cui proventi sono rappresentati per oltre il 50% da passive income, la lett. a) dell’art. 167 comma 8-bis del TUIR fa dipendere l’applicazione del regime CFC non black list dal confronto tra:
- il rapporto tra imposte sul reddito dovute nello Stato di localizzazione e l’utile ante imposte;
- e il rapporto tra IRES (+ addizionali) che si pagherebbe sul reddito prodotto dalla controllata applicando le disposizioni del TUIR e l’utile ante imposte (c.d. “reddito virtuale domestico”).
Tuttavia,
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