Sulla definizione agevolata delle liti la mano destra non sa cosa fa la sinistra
Gentile Redazione,
la mattina del 12 aprile, meno di dieci giorni dalla scadenza del termine per le domande di rottamazione dei carichi tributari, la stampa riporta la notizia dell’approvazione, nella serata dell’11 aprile, di un decreto legge che, tra l’altro, prevede un’ipotesi di definizione agevolata delle liti tributarie in corso, con abbuono di sanzioni e interessi e con domanda da presentare entro il 30 settembre 2017 (si veda “In arrivo estensione dello split payment e rideterminazione della base ACE” del 12 aprile).
Tipico esempio di ignoranza, da parte della mano destra, di quello che fa la sinistra, perché molti, quasi tutti i soggetti interessati dovrebbero avere già presentato domanda di rottamazione del carico, con rinuncia al contenzioso pendente, almeno cinque mesi prima (la rottamazione scade il 21 aprile 2017)!
Si ripropone quindi il problema della validità e dell’efficacia della dichiarazione di rinuncia alla vertenza instaurata per chi volesse accedere alla definizione dei carichi e appare sempre più fondata l’interpretazione fornita da qualche autore che si è occupato dell’argomento, di sostanziale improcedibilità della dichiarazione di rinuncia alle liti al buio, senza conoscere l’effetto della domanda, la dimensione del debito tributario, l’adesione dell’altra parte alla rinuncia agli atti.
Sia pure in ritardo sarebbe bene che venisse eliminata nella domanda di definizione tale dichiarazione dal contenuto squisitamente intimidatorio!
Inoltre, dato che sembra sia stata scelta la forma del decreto legge – immediatamente in vigore – per proporre una definizione delle liti con domanda da presentare a settembre, vi è un superamento nei fatti della richiesta di rinuncia immediata alle liti pendenti nel caso di definizione dei carichi.
Per gli accertamenti esecutivi, poi, con la riscossione del terzo del solo tributo, la rinuncia alla lite appare ora certamente inefficace.
Quando cerco di spiegare questa situazione ai clienti che a seconda delle notizia ricevuta oscillano dalla speranza alla depressione vedo occhi sgranati ed espressione di incredulità, quasi che fossimo responsabili della cattiva qualità legislativa della maggior parte dei testi che escono dal Parlamento o dal Governo, mentre siamo sempre e solo alla disperata ricerca dell’interpretazione sicura che ponga il cliente al riparo da sanzioni e incertezze.
Quando questo sarà riconosciuto forse potremmo avere un miglioramento dei rapporti tra contribuenti e Amministrazione.
Alberto Arrigoni
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano
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