Il concordato preventivo incide sull’omesso versamento IVA
Da considerare la possibilità di dilazione e di falcidia dell’IVA, nonché il divieto di pagare debiti anteriori alla domanda di ammissione
In esito alle modifiche apportate dalla L. 232/2016, in vigore dal 1° gennaio 2017, l’art. 182-ter del RD 267/1942 consente di includere nella “falcidia” del concordato preventivo anche il debito relativo all’IVA.
Anteriormente a tale modifica, nella giurisprudenza della Suprema Corte sono state fornite soluzioni contrastanti circa la possibilità, o meno, di ritenere escluso il reato di omesso versamento IVA (art. 10-ter del DLgs. 74/2000) a fronte dell’ammissione alla procedura di concordato preventivo precedente rispetto al termine che rende l’omissione penalmente rilevante (27 dicembre di ogni anno). Si ricorda, infatti, che, ai sensi del citato articolo del DLgs. 74/2000, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni chiunque non versi, entro il termine
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