Dichiarazione infedele da ravvedere in funzione del termine di presentazione
Non bisogna più sanare anche gli omessi versamenti degli acconti
Sovente accade che il contribuente debba ravvedere violazioni dichiarative che abbiano inciso sulla determinazione dell’imposta dovuta, o sul credito che emerge dalla dichiarazione: si pensi, per fare gli esempi più banali, alla mancata dichiarazione di ricavi.
In tal caso, la violazione è la dichiarazione infedele, disciplinata dagli artt. 1 e 5 del DLgs. 471/97, che prevede, come misura base, una sanzione dal 90% al 180% delle imposte. Ove, tuttavia, dalla violazione sia emerso un minor credito non utilizzato in compensazione, né esterna né interna, la violazione è da dichiarazione inesatta, da 250 euro a 2.000 euro (circ. Agenzia delle Entrate 7 aprile 2017 n. 8, § 15.1).
Il ravvedimento, nel caso della dichiarazione infedele, richiede alcune accortezze, tutte analizzate nella circolare ...
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