La conservazione delle fatture elettroniche va semplificata
Gentile Redazione,
considerato il fatto che molti sono in vacanza, posso permettermi di dire la mia sul tema delle fatture elettroniche senza sollevare grandi polveroni.
Dico subito che la tecnologia mi ha sempre affascinato, soprattutto quando è risultata utile al mio lavoro.
Finalmente, dico io, ci siamo incamminati verso un percorso scontato, ossia quello di poter scambiare l’informazione “base” per il lavoro contabile qual è la fattura. Dove sta il problema?
A mio avviso nelle “soluzioni” software non sempre all’altezza di questa innovazione.
Mi viene da ridere a pensare ai videogiochi che fanno impazzire giovani e non solo: girano su qualunque banale telefonino, non hanno bisogno di backup, di piattaforme di condivisione, di configurazioni, di assistenza tecnica, di database da accendere o spegnere, aggiornamenti senza utenti collegati...
Diciamolo chiaro: per la fattura elettronica molte software house (anche importanti) non sembrano del tutto pronte, nonostante i costosi canoni che paghiamo.
Comunque ci sono anche eccellenti software house che da subito hanno messo a disposizione il necessario a costi quasi nulli; nel mio caso posso fornire gratuitamente a tutti i miei clienti la possibilità di ricevere le fatture su un portale web, senza installare proprio nulla.
Chiederei, invece, al legislatore di “semplificare” molti aspetti, iniziando dalla “conservazione sostitutiva”: che senso ha questo procedimento per i dati che sono e resteranno eternamente negli archivi Sogei/Agenzia delle Entrate?
Concludo con un altro piccolo suggerimento (sempre per Sogei/Agenzia delle Entrate): perché non mettere tutte le fatture elettroniche nel cassetto fiscale di ogni contribuente, dando la possibilità allo stesso (o a un intermediario delegato) di scaricarle in qualunque momento, come fossero degli F24?
Alberto Cobelli
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Brescia
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41