Valuta estera «dubbia» anche per le fatture elettroniche
La norma e la prassi nazionale sembrano ammettere solamente la redazione di fatture in euro
Uno dei punti ancora aperti in tema di fatturazione, a seguito della riforma della direttiva 2010/45/UE, riguarda la possibilità di esprimere gli importi (base imponibile, imposta e totale) in valuta diversa da quella nazionale e quindi, nel caso italiano, in valuta diversa dall’euro.
L’art. 230 della direttiva 2006/112/CE stabilisce che “gli importi figuranti sulla fattura possono essere espressi in qualsiasi moneta, purché l’importo dell’IVA da pagare o da regolarizzare sia espresso nella moneta nazionale dello Stato membro” e che il tasso di cambio sia l’ultimo pubblicato dalla Banca centrale europea al momento in cui l’imposta diventa esigibile.
La direttiva non è stata recepita fedelmente a livello nazionale. L’art. 21 comma 2 lett. l) ...
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