Il legislatore non perde occasione per incentivare le disaggregazioni
Gentile Redazione,
nel mondo degli affari le dimensioni contano. Non sembra però averlo capito il caro legislatore il quale coglie ogni occasione possibile per incentivare le disaggregazioni.
È il caso del nuovo regime forfetario che certamente incentiverà gli studi associati a disgregarsi di fronte a un vantaggio fiscale di sicuro non irrilevante per le realtà di piccole dimensioni (e non si venga a dire poi che la disgregazione dello studio associato è un’ipotesi di abuso del diritto, altrimenti è bene cambiare cittadinanza immediatamente).
E pensare che sarebbe bastato aggiungere nella norma che il tetto dei 65.000 euro sarebbe valso per ciascun associato, senza distorcere meccanismi di mercato e senza fare torti a nessuno...
È il caso, poi, del decreto sulla crisi di impresa che chiama in causa le piccole (micro) srl che a breve si troveranno di fronte a un bivio non di poco conto: nomino il revisore con i costi e i rischi aggiuntivi che ciò potrebbe comportare (ricordiamo le enormi responsabilità, anche penali, poste in capo al revisore) o trasformo la società rinunciando alle smanie di grandezza? In quest’ultimo caso accettando il rischio della responsabilità illimitata (ma nelle piccole realtà i soci già sono sommersi da fideiussioni bancarie), ma almeno limitando i costi una volta per tutte.
Ricordo che sui banchi dell’università frequentata ormai parecchi anni or sono, il mantra era aggregare, aggregare, aggregare, senza se e senza ma. Al tempo sembrava l’antidoto a molti nostrani problemi. Si sbagliavano evidentemente. Era un secolo fa.
Paolo Garzi
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Arezzo
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