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LETTERE

Noi commercialisti dovremmo essere ascoltati di più in questa emergenza

Venerdì, 17 aprile 2020

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Egregio Direttore,
in questo tempo di pandemia abbiamo tutti la possibilità di guardare le cose che succedono con maggiore attenzione e con maggior senso critico.
L’emergenza che stiamo vivendo è in primo luogo “sanitaria” e poi “economica”; sui media giustamente si dà ampio spazio ai medici, ai virologi, agli operatori sanitari e a tutti quelli che sono sul fronte e che combattono questa bestia del COVID-19.

Per quanto riguarda l’emergenza “economica” i media danno spazio ai politici, ai giornalisti economici e agli economisti più famosi; per tutti i professionisti (Commercialisti, Consulenti del lavoro, Avvocati ecc.) che operano giornalmente a strettissimo contatto con le PMI, lo spazio dedicato dai media è pochissimo o quasi inesistente.
Sicuramente noi commercialisti non siamo abituati ai riflettori e abbiamo sempre ben altro da fare, ma in questi momenti in cui occorre fare chiarezza e soprattutto dare una corretta informazione, chi meglio di noi può rappresentare e raccontare cosa stanno vivendo gli artigiani, i commercianti e i lavoratori autonomi che dall’oggi al domani si sono visti ridurre drasticamente i fatturati e quindi le entrate?

Un mio cliente mi ripete che sono il “medico di base” della sua azienda; è vero, noi siamo quelli che ascoltano e subito devono dare soluzioni in un quadro normativo contraddittorio e incerto assumendoci la responsabilità di ciò che consigliamo; siamo quelli che devono correre con i propri clienti dietro le richieste delle banche e degli uffici finanziari; siamo quelli che devono essere pronti a recepire normative in costante evoluzione e mi fermo qui.
In questo periodo di grave malattia delle PMI anche noi siamo in prima linea affianco ai nostri clienti per rassicurarli e per consigliarli al meglio su tutti questi provvedimenti – molto spesso contraddittori e poco chiari – emanati per far fronte all’emergenza.

Oggi, non dovremmo essere noi a essere sentiti per primi dai nostri governanti per le misure e i provvedimenti a sostegno delle PMI? Non dovremmo essere noi a gestire le procedure per l’accesso alle misure agevolative per i nostri clienti?
Niente di tutto questo; noi siamo quelli che devono trainare il carro, che devono far pagare le imposte ai nostri clienti; quelli che devono assumersi le responsabilità molto spesso senza alcun ritorno.

La nostra Professione e la nostra professionalità – malgrado gli sforzi effettuati negli ultimi anni – non è riuscita fino a ora ad avere il ruolo e il peso che dovrebbe per la funzione “sociale” ed “economica” che di fatto svolge; ci siamo mai posti le domande “In che cosa finora abbiamo sbagliato” e “Perché il nostro ruolo e il nostro peso sono così limitati nelle istituzioni”?
Credo che queste riflessioni vadano fatte; in ogni caso sono convinto – ogni giorno di più – che anche la nostra, oltre a essere una “professione”, sia una “missione”.


Giuseppe Mazzara
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Trapani

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